«Presentare un'opera letteraria in un luogo particolarmente affascinante come la Biblioteca dei Cappuccini, dove si respira la storia e il profumo delle sue migliaia di volumi, è un'emozione che lascia il segno». Queste le parole dense di verità e di sincerità dello studioso Corrado Di Pietro nella serata promossa dal Centro studi di tradizioni popolari Turiddu Bella di Siracusa. L'occasione dell'incontro l'ha fornita Pippo Bufardeci giunto al suo terzo volume riguardante la memoria storica del suo territorio: Pachino. «U Basalatu» del paese a Sud del capoluogo è la metafora di tutto, della sua gioventù, dei suoi affetti, dei suoi rapporti familiari, giovanili, di formazione umana, sociale e politica. Quest'opera, edita da Carlo Morrone, raccoglie, commenta e spiega «Parole e modi di dire del parlare dialettale» di parte delle province di Siracusa e Ragusa.
«Un po' folcloristicamente - ha detto - ho studiato e raccontato la parlata della zona Sud siracusana-ragusana: quella del "ciù" (per intenderci "a ciavi ‘nnò ciovu") per distinguerla da quella del "chiù", tipica del capoluogo e dei paesi al suo Nord e l'ho fatto per avvicinare i giovani alla conoscenza del loro dialetto». Dopo le parole beneauguranti del padrone di casa, Padre Giuseppe Gurciullo e del direttore della biblioteca Marcello Cioè, Corrado Di Pietro ha spaziato dal Pitré al Verga.
Giuseppe Aloisio
Fonte:
LaSicilia.it il 21-11-2012 - Categoria:
Cultura e spettacolo