Il difensore civico "cita" il proprio comune

Ha presentato ricorso al presidente della regione siciliana l'avvocato Michele Di Pasquale, difensore civico del comune di Pachino in merito alla vicenda legata all'indennità di carica. L'indennità di carica del difensore civico è stabilita dal regolamento comunale che al momento dell'elezione di Di Pasquale alla sua funzione legava l'indennità a quella percepita dal sindaco, e cioè circa 7 milioni delle vecchie lire. Successivamente il civico consesso decise di modificare il regolamento, legando l'indennità di carica del difensore civico non più all'indennità del sindaco, bensì a quello di un assessore con delle conseguenze di notevole portata sull'indennità percepita. Il consiglio comunale nel disporre tale emendamento al regolamento però non si pronunciò sull'immediata applicabilità delle nuove regole all'attuale difensore civico, ma lasciò all'interpretazione degli uffici comunali competenti il dilemma circa l'immediata applicazione della nuova normativa o se la modifica valesse per i difensori civici eletti in futuro. «A tal proposito, -ha commentato Di Pasquale- nonostante sia elementare che una norma dispone per il futuro e mai per il passato, gli uffici di segreteria di Pachino hanno ritenuto opportuno chiedere lumi all'assessorato regionale agli enti locali in modo da avere chiarimenti in merito. Nelle more l'ufficio ha deciso di corrispondermi la cifra completa dei 7 milioni circa.

Al fine di evitare però che il tempo giocasse a mio sfavore precludendomi la possibilità di fare ricorso, per tutelare la mia persona ed il prestigio della mia carica ho ritenuto opportuno presentare anch'io un ricorso cautelativo, ed ho ritenuto opportuno rivolgermi allo stesso ente a cui la casa municipale ha chiesto chiarimenti, e cioè alla regione siciliana. In merito purtroppo, -continua il difensore civico- non c'è giurisprudenza dato che la figura istituzionale che ricopro è nuova, ma sono certo che l'interpretazione non potrà essermi sfavorevole. Tengo a precisare, -ha concluso Di Pasquale- che non dovrei essere tenuto a rispettare neanche il monte ore stabilito dal consiglio comunale, dato che il precedente regolamento taceva in merito. Comunque ho ritenuto di adeguarmi a tale orario di servizio che espleto tre giorni la settimana. Piuttosto dovrebbe essere il comune a darne congruo avviso alla cittadinanza con pubblici manifesti cosa che non ha ancora fatto». Continua dunque con un'altra puntata l'intricata vicenda del difensore civico, che nei mesi scorsi ha assunto le vesti di un vero e proprio pateracchio e che ha fatto sorridere in molti.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 06-08-2004 - Categoria: Cronaca

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