Il melone ottiene il marchio Igp

Il melone ottiene il marchio Igp PACHINO - Nuovo importantissimo riconoscimento per l'agricoltura pachinese di qualità. Nei giorni scorsi è stato ufficializzato il marchio dell'Igp (identificazione geografica protetta) per il melone di Pachino. Ad annunciarlo è stato Salvatore Chiaramida, presidente dell'associazione di tutela dei prodotti tipici di Pachino che ha reso noto che con un importante decreto entrato in vigore, da oggi in poi, il melone è stato annoverato tra le produzioni tipiche del territorio locale (così come già avvenuto con il pomodoro di Pachino), assegnandogli una tutela anche dal punto di vista commerciale. Il decreto ministeriale è stato emanato lo scorso 15 marzo e reca il numero 562, ed è in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha accordato la protezione a titolo transitorio a livello nazionale, così come del resto è stato anche per l'iter del pomodorino, alla denominazione “Melone di Pachino”. Tale marchio è stato inviato alla Commissione europea per la registrazione della indicazione geografica protetta. Il melone è uno dei prodotti di maggior pregio tra le coltivazioni locali, ed il livello zuccherino ed il sapore inconfondibile lo contraddistinguono nettamente da altri meloni coltivati fuori dal comprensorio. Da qui l'esigenza di salvaguardare il prodotto e l'impegno profuso dall'associazione di tutela dei prodotti tipici per il riconoscimento dell'identificazione geografica protetta.

Così come accaduto per il pomodorino, il riconoscimento dell'Igp è solamente un punto di partenza e non certo di arrivo per la tutela effettiva e per la valorizzazione nei mercati. Un riconoscimento che peraltro arriva in un momento particolarissimo dato che, sempre più spesso si mette in dubbio la validità e l'efficacia del marchio ad oggi non sfruttato in tutto il suo potenziale. Di fatto i produttori pachinesi di pomodorino, anche iscritti al consorzio di tutela, immettono sul mercato pomodoro di identica qualità ma senza il prestigioso marchio la cui apposizione richiede dei particolari meccanismi di confezionamento e dunque dei costi aggiuntivi a fronte di un prezzo che sempre più spesso non riesce a compensare l'ulteriore aggravio delle spese di confezionamento. A ciò si aggiunge anche la scarsa presenza nelle grandi catene di distribuzione, del pomodoro Igp, sostituito da pomodoro generico e privo di marchio. Il riconoscimento al melone di Pachino deve costituire però un incentivo a colmare le lacune fino ad oggi registrate, anche perché il territorio locale è forse l'unico in ambito nazionale a vedere riconosciuta la produzione di ben due coltivazioni di eccellenza in un momento in cui a livello comunitario si discute di ridurre i prodotti riconosciuti con l'identificazione geografica protetta. Mantenere dunque gli standard di eccellenza e la tutela del mercato è essenziale nella produzione agricola. L'associazione di tutela dei prodotti tipici di Pachino inoltre ha ringraziato particolarmente il dott. Sebastiano Barone che ha curato tutti gli aspetti tecnici relativi al disciplinare ed i rapporti con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali che ha portato il melone di Pachino al riconoscimento IGP.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 29-03-2007 - Categoria: Economia

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Faccio i miei migliori auguri per l'ottenimento del opg melone...di Pachino...
Sono convinto anch'io condividendo che si è all'inizio di un nuovo percorso...Dalla produzione di qualità alla distribuzione di qualità..La rete in questo può aiutare molto...ma i "consoli" del Pachino vanno ricercati nelle sedi proprie...

Cordiali Saluti, Spiros

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Agricoltura necessario un ricambio generazionale


L'agricoltura è un'immensa fabbrica a cielo aperto su cui si basa una buona parte dell'economia del nostro territorio. Per il suo rilancio, l'Unione europea ha destinato, per tutta la Sicilia, 2 miliardi e 100 milioni di euro, suddivisi in sette anni. Sul “Piano dello sviluppo rurale 2007-2013”, ieri, si è tenuta una riunione alla Camera di commercio di Siracusa, alla presenza dell'ispettore agrario di Siracusa Giuseppe Arezzo e di tantissimi operatori agricoli, tecnici ed imprenditori. Ad intervenire sull'argomento sono stati il presidente degli agrotecnici della provincia Giuseppe Russo (nella foto), il presidente dell'Unione provinciale agricoltori Girolamo Ferla, il direttore della Federagricoltori Nino Gozzo, il vicedirettore della Coldiretti Antonio Ciotta, l'assessore provinciale all'Agricoltura Giuseppe Galletta.
Il presidente degli agrotecnici Giuseppe Russo ha fatto rilevare che occorre incentivare il cambio generazionale della nostra agricoltura, altrimenti il settore sarà destinato ad una crisi irreversibile, in quanto, al momento, i giovani fuggono questo tipo di attività imprenditoriale. Inoltre, la Regione siciliana deve vigilare sui fitofarmaci che vengono utilizzati nell'agricoltura senza nessuna prescrizione Infatti, un loro abuso compromette la qualità dei nostri prodotti. “Per le questioni sollevate – ha affermato Giuseppe Russo – si ritiene indispensabile, anche per ulteriori e necessari approfondimenti, la richiesta alla Regione siciliana dell'attivazione di un tavolo tecnico che dovrà farsi carico di trovare le adeguate soluzioni, per il rilancio dell'agricoltura”.
L'assessore provinciale all'Agricoltura Giuseppe Galletta ha fatto rilevare che il Piano di sviluppo rurale è stato quasi completato e che, entro il prossimo mese di giugno, la Regione siciliana lo invierà all'Unione europea. “Con questi finanziamenti europei – ha detto Galletta – si dovrà migliorare la competitività delle nostre aziende, l'ammodernamento delle attrezzatura e la realizzazione di infrastrutture”.
Paolo Mangiafico