Il natante mai stato nascosto

Si arricchisce di particolari la vicenda della nave bizantina ritrovata negli anni sessanta nel pantano Longarini e contesa tra i comuni di Pachino ed Ispica. Dopo la testimonianza dello storico Salvatore Cultrera che sostiene l'appartenenza al comune pachinese del relitto, arriva la testimonianza del proprietario del terreno in cui la nave venne ritrovata, Corrado Spatola. La sua teoria diverge da quella sostenuta da Cultrera. "Innanzi tutto il punto di ritrovamento indicato nei giorni scorsi da Cultrera non è esatto, -ha affermato Spatola- e questo comporta la necessità di rivedere la posizione che l'amministrazione sta sostenendo. Il punto esatto del ritrovo coincide con il confine tra i territori di Pachino ed Ispica e non è vero che il relitto venne scoperto a più di un chilometro dal confine.

A quella distanza si trova posizionata invece la vasca che ha ospitato il relitto per quaranta anni per concessione di mio padre e senza percepire alcunché. Anche io, -ha affermato Corrado Spatola- ho l'orgoglio di essere pachinese e dunque vorrei che il relitto venisse assegnato a Pachino, ma se il comune di Ispica per primo ha compreso l'importanza storica del relitto dopo che il comune pachinese lo ha avuto a disposizione nella mia vasca senza però curarsene più di tanto, forse è giusto che sia il comune ragusano ad averne l'assegnazione. Per di più ad essere chiamata porto Ulisse era tutta la zona, quindi ha ragione Leontini nel fare riferimento al porto odisseo. La nave, contrariamente a quanto affermato nei giorni scorsi, non è mai stata nascosta, -ha continuato Spatola- tanto che diversi anni fa, almeno trenta, un gruppo di architetti ed imprenditori tedeschi di Monaco e Francoforte si interessarono alla realizzazione di un complesso turistico nella zona ed erano disponibili anche alla costruzione di un sito per esporre il relitto. Il progetto poi sfumò, forse a causa di qualche amministratore del tempo che oggi mostra tanto interesse per l'imbarcazione.

Sa.Mar.
Fonte: LaSicilia.it il 09-12-2004 - Categoria: Cronaca

Lascia il tuo commento
Nave Bizantina del VII Secolo e bizantinismi moderni.

Nell'articolo de La Sicilia di qualche giorno fà si facevano delle ipotesi sulla posizione del ritrovamento della nave che non ho voluto,per ovvie ragioni,contraddire: anche se per logica era palese che la nave venne trovata nel luogo che ora il Signor Corrado Spatola ha indicato.Ma la sua testimonianza da, allora, ai riferimenti storici che ho introdotto, descrivendo l'invaso del pantano di longarini come navigabile, una prova ulteriore prova che quell'area era di fatto un'area portuale di grande proporzione che alimentava i rapporti con la cittadella che ora è interamente sotto il fondo del mare di contrada e punta di castellazzo Portoulisse e le antichissime saline che rimangono alle spalle quasi a contatto con la contrade di Passo Corrado e Burgio Ramaddini. La scoperta avvenne, dunque, durante le operazioni di scavo che furono realizzati dal consorzio di bonifica per la costruzione dello scolmatore e che costitui il luogo fisico del confine delle due provincie di Ragusa e di Siracusa e di conseguenza dei due comuni di Ispica e di Pachino.
Pertanto, nel 1964/65, quando il Sindaco di Pachino ,reacatosi a Riesi, come Valdese praticante incontrò l'architetto Leonardo Ricci dell'Università di Firenze, trovo occasione di parlare con lui della possibilità di redigere il Piano Regolatore della città di pachino, che in seguito ai luttuosi eventi dell'alluvione di Firenze e del crollo di parte di Agrigento il governo italiano con la cosidetta legge Mancini aveva imposto a tutti i comuni d'Italia di dotarsi di uno strumento di pianificazione del proprio comune,la legge è la 765 del 1964/65. Quando l'equipe dell'architetto Ricci, composta dagli architetti Silvestro Bardazzi e d Ezio Bienaime,( con il quale siamo diventati, in seguito, amici fino alla sua morte che ora prosegue con i contatti con la figlia, anche Lei Architetto). I progettisti di quel primo Piano avevavo indicviduato l'area di Longarini come suscettibile di trasformazione idraulica ed urbanistica ,che sulla antica tradizione dell'area di porto, ne avevano indicato nelle carte la possibilità progettuale di realizzare un grandissimo porto da diporto che, nell'ambito del mediterraneo centrale facesse concorrenza e da dicotomica comunicazione con quell dell'isola di Malta per creare un sistema da diporto di respiro internazionale. Quella idea suffragata da fatti storici evidentissimi venne respinta dal voto e controdeduzione dei servizi tecnici della Regione siciliana( per la cronologica esatta si rimanda al mio sito Tesi di laurea). Pertanto i riferimenti del Signor Corrado, che saluto, agli amministratori che non vollero realizzare l'insediamento residenziale e turistico non possono essere attribuiti a nessun amministratore locale. Poichè in questa area, da sempre vi è stata, una indicazione di inedificabilità assoluta da parte degli organi regionali.

Un cordiale Saluto Spiros