NOTO - In città si dibatte da tempo il problema se realizzare lungo la costa marina, che si estende da Noto fino a Marzamemi, la pista ciclabile o ripristinare la tratta ferrata Noto-Pachino, da oltre vent'anni in completo stato di abbandono. Il problema è stato rilanciato in questi giorni dal comitato i «Cittadini per l'Ulivo» in seguito agli ottimi risultati ottenuti dal treno barocco, organizzato dall'assessorato regionale al turismo, per iniziativa dell'assessore regionale, on.le Fabio Granata, che ha creduto fortemente nella iniziativa. «Lungo il vecchio tracciato della strada ferrata Noto-Pachino - dice il dirigente Daniele Manfredi - è stata prevista la realizzazione di una pista ciclabile, la quale ben si addice all'ambiente ed alle peculiarità della riserva di Vendicari, invogliando così il trekking ed i percorsi in bike, che si aggiungerebbero agli itinerari naturalistici e paesaggistici realizzati negli anni passati dalla sezione Uisp». Queste due iniziative, pista ciclabile e trenino turistico, mirano entrambe a valorizzare ancor meglio l'hinterland e tutta l'area naturalistica che si estende lungo la costa marina Noto-Marzamemi. Mentre la strada ferrata Noto-Pachino non è da anni in esercizio e gran parte del tracciato è ormai inesistente, di contro la pista ciclabile invece potrebbe essere fattibile anche perchè esiste un finanziamento che rischia di essere perduto.
«Ora senza fare sterili polemiche che non giovano a nessuno - aggiunge Daniele Manfredi - mentre per la pista ciclabile ci sono già progetto e risorse finanziare ed il progetto rientra tra gli indicatori che hanno permesso di ottenere le cinque vele, per la tratta ferrata Noto-Pachino, sostenuta anche dagli amministratori del comune di Pachino, non esiste alcun progetto oltre al fatto che per rimetterla in sesto occorrerebbero enormi finanziamenti senza contare poi gli alti costi necessari per metterla in esercizio». Insomma, per i Cittadini per l'Ulivo, pista ciclabile e strada ferrata non possono coesistere. Sarebbe invece realizzabile la proposta portata avanti alcuni mesi orsono dai Verdi tramite il loro portavoce, Giuseppe Iuavara. Questi ha lanciato l'idea, una volta realizzata la pista ciclabile, la stessa potrebbe essere utilizzata con un mezzo di locomozione gommato, alimentato con energie alternative ed a basso impatto ambientale. Solo così le due tesi potrebbero coesistere ma, occorre non perdere più tempo, se si desidera veramente far decollare il turismo su tutta la costa netina.
Benito Tagliaferro
Fonte:
LaSicilia.it il 10-06-2005 - Categoria:
Cronaca