PORTOPALO - Il nucleo Sdai di Augusta ha effettuato ieri delle immersioni nel punto mare dove il 26 agosto del 1925 s'inabissò il sommergibile della regia marina “Sebastiano Veniero”, appartenente alla classe Barbarigo” e comandato dal capitano di fregata Paolo Vandone. L'ispezione nei fondali a largo di Capo Passero si è resa necessaria in seguito all'avvistamento, effettuato nei giorni scorsi da un diving locale, di una boa di colore rosso (appartenente ad una paranza) nella zona dove si trova adagiato, ad una profondità di circa 55 metri, il relitto del sommergibile al cui interno si trovano i resti dei marinai che persero la vita 82 anni addietro. In tutto le vittime furono 48. L'ispezione non ha avuto esito per scarsa visibilità. Un altro tentativo verrà organizzato al più presto a tutela del relitto.

Il sommergibile è totalmente avvolto da reti di pesca utilizzate per lo strascico. La ricognizione dei militari del nucleo Sdai di Augusta è stata disposta lo scorso 3 settembre. Il relitto del sommergibile è un vero e proprio sacrario marino ma che non manca di attirare qualche sub alla ricerca di qualche facile pezzo da trafugare dal Veniero. Nel 2005 è stato realizzato un bel documentario, curato dal nostro collega Dino Lodato, che ha avuto degli ottimi riscontri anche tra i familiari dei militari che persero la vita nella collisione con il mercantile “Capena”. Enzo Maiorca, nel 1993, localizzò il relitto sulla base delle voci che circolavano circa la presenza di un sommergibile inabissato. Nel Cimitero del Verano, nel 1927 fu inaugurato un monumento in memoria ai caduti del sommergibile Sebastiano Veniero: si tratta del “Monumento al Marinaio”, realizzato dallo scultore Publio Morbiducci, scomparso nel 1963. Il sommergibile (67 metri di lunghezza per 5,90 di larghezza) fu costruito nel 1919 nei cantieri navali di Monfalcone. L'anno scorso Portopalo ha ricordato, nel corso di una commemorazione organizzata dalla Parrocchia San Gaetano, i 48 morti del Veniero.

SERGIO TACCONE