La salute della Poseidonia Oceanica sarà al centro delle attenzioni dell'associazione subacquea «Il paguro». A partire dal mese di novembre il gruppo ambientalista effettuerà, in collaborazione con l'associazione Marevivo, una mappatura della Poseidonia marina per constatare la presenza e la salute del vegetale. L'operazione di monitoraggio andrà avanti fino a maggio. I dati relativi alle condizioni della pianta, definita «il polmone del Mediterraneo», serviranno anche ad accertare il tasso di inquinamento del mare antistante la costa del siracusano. La pianta, già in pericolo a causa della presenza di alghe e fauna marina provenienti da mari più caldi, è considerata il termometro della salute del Mediterraneo poiché molto sensibile ai veleni. Se venisse riscontrata una presenza in diminuzione o uno stato di salute pessimo si potrebbe desumere, dunque, un aumento degli agenti inquinanti nel nostro mare. Il responsabile dell'associazione Piero Caruso, oltre ad aver programmato l'azione di controllo, annuncia altre iniziative:«Al più presto, speriamo di farlo in maggio, organizzeremo un percorso archeologico subacqueo. La zona interessata sarà il largo dell'isola di Capopassero. I siti di maggior interesse verranno collegati tramite una fune e così sarà possibile visitarli con attenzione. I fondali sono ricchi di anfore, resti d'ancora e reperti antichi di ogni genere.
Fabio Fciuto
Fonte: LaSicilia.it il 11-10-2003 - Categoria: Cronaca
Ci sono delle notizie che, alle volte, sollevano un alone di tacito affronto al patrimonio archeologico subaqueo e terrestre del nostro Promontorio che lasciano il lettore attento senza parole. Notizie che inevitabilmente possono alimentare, anche se esposte in buona fede, atti illegali.Conosco la preparazione e l'alto profilo morale di Piero Caruso e sò che la sua proposta e senz'altro frutto dell'entusiasmo di fare conoscere il nostro patrimonio archeologico subaqueo locale.E per questo che mi permetto di esporre alcune osservazioni sull'argomento in questione. In particolare mi preme sottolineare che questi siti subaquei sono sotto osservazione ,da anni,86-87, da parte della Soprintendenza di Siracusa,prima sezione, diretta dalla Dottoressa Basile. E che al largo del Capo Passero,come a suo tempo fù segnalato nei giornali dell'epoca, ci sia, addirittura, una intera nave del periodo romano piena di anfore e di altri cimeli. Non crede l'Associazione il Paguro che indicare con una corda un percorso dia a possibili tombaroli del mare la chiave giusta per espugnare e dissanguare il sito in questione. E che qualche male intenzionato non aspetti altro per asportare impunemente il nostro patrimonio archeologico locale???? Sarebbe il caso che, sulla scorta della notizia, si attivassero nella zona piu' severi controlli( da parte della stessa Associazione- formalmente autorizzata- e della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera e dei Carabinieri) per impedire ad eventuali malintenzionati di razziare. Sarebbe, invece, di grande interesse che i politici locali: la consigliere provinciale Ignaccolo e il Sindaco di Portopalo si attivassero con la Soprintendenza di Siracusa e con l'Assessore Regionale Granata per fare finanziare un progetto di recupero delle vestigia della nave come è stato fatto recentemente a Gela.
Dai fondali del "Capo Pachino"(oggi Capo Passero). Cordiali Saluti.Spiros