PACHINO - Ha suscitato forti reazioni e non poche polemiche la notizia che Pachino non potrà accedere ai finanziamenti dell'otto per mille a causa della mancata presentazione entro i termini delle necessarie richieste. I finanziamenti dell'otto per mille sono delle somme messe a disposizione dallo Stato per il recupero del patrimonio storico, architettonico ed ambientale soggetto a vincolo di bene culturale. Di tali somme Pachino, se completerà l'iter burocratico in tempo, potrà beneficiare per il recupero del centro storico di Marzamemi, dato che il finanziamento ha avuto il beneplacito del ministero, anche se i lavori non sono ancora iniziati a causa del progetto rimasto fermo negli uffici della Soprintendenza, e che fa correre il rischio di mandare in perenzione l'intero stanziamento. L'identico beneficio ottenuto per la borgata di Marzamemi poteva essere concesso anche per Pachino, ed in particolare per il rifacimento dell'intera pavimentazione della piazza Vittorio Emanuele. Ciò però non sarà più possibile, dato che gli amministratori comunali hanno lasciato trascorrere il tempo utile senza presentare alcuna richiesta. A destare particolari polemiche è stata non soltanto l'occasione che la città ha irrimediabilmente mancato, ma anche le dichiarazioni rilasciate dal primo cittadino alla stampa, che nel commentare la notizia, aveva detto: "Non eravamo obbligati a presentare la richiesta, non è come il bilancio che ci è imposto dalla legge. Non abbiamo perso niente per il semplice motivo che non abbiamo fatto alcuna domanda. Se poi qualche partito, che prima ha sempre collaborato vuole imbastire qualche tipo di speculazione, faccia pure". Il riferimento di Barone ai partiti politici non è affatto casuale, ed il messaggio sembrava diretto ad Alleanza nazionale che in passato si era adoperata con il sottosegretario di Stato Bono per l'assegnazione del contributo relativo al recupero del centro storico di Marzamemi. Il messaggio è stato raccolto subito dal locale partito di destra, che non ha mancato occasione per rintuzzare il primo cittadino tramite il capogruppo consiliare Di Fede.
"E' chiaro, commenta il giovane consigliere, che non c'è mai un obbligo di legge per ottenere un contributo. Per beneficiarne bisogna sempre fare espressa richiesta. D'altra parte non credo che ad esempio in agricoltura, ambito dove il sindaco è ferratissimo, ci siano leggi che gli impongano di beneficiare di alcuni contributi. Anche lì va fatta espressa richiesta. La verità, -continua Di Fede- è che la città ha mancato un'occasione importante. I nostri amministratori hanno dimenticato ciò che occorre fare per il bene della collettività. Va inoltre ricordato che il contributo dell'otto per mille poteva essere utilizzato non soltanto per il recupero della piazza centrale del paese, ma soprattutto per il restauro dei locali dell'ex stazione ferroviaria, da tempo dismessa, ed oggi occupata abusivamente. Quei partiti che oggi Barone non vuole in amministrazione, hanno fatto ottenere al comune di Pachino un comodato di uso gratuito di quella struttura. Compito minimo è dunque quello che i nostri amministratori si adoperino per utilizzare fondi pubblici e valorizzare la struttura destinata a centro fieristico. Appare fin troppo comodo, -conclude il capogruppo di An- addossare la responsabilità di un contributo perduto per non avere fatto neanche domanda, alla mancata collaborazione di un partito che è stato gentilmente messo alla porta dal sindaco stesso". Non volendo entrare nel merito della polemica, resta comunque il fatto che la città ancora una volta ha perduto una possibilità importante per la sua valorizzazione.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 24-03-2004 - Categoria:
Cronaca