PACHINO - Agricoltura ancora in subbuglio a Pachino. Sabato sera si è tenuta una conferenza stampa da parte del Comitato per la difesa dell'agricoltura Pachinese. Il coordinatore di questo comitato spontaneo Giorgio Morana ha relazionato in merito alla situazione agricola, chiarendo che il comitato da lui guidato, sorto occasionalmente durante la crisi agricola che Pachino sta attraversando, si propone di avere delle risposte chiare dalle istituzioni. "Dopo i numerosi incontri avuti con il sindaco e la deputazione regionale e nazionale dei giorni scorsi, -ha dichiarato Morana- purtroppo non abbiamo saputo nulla circa gli eventuali risultati raggiunti con il ministero delle politiche agricole. A livello locale sembrava che le proposte del nostro comitato fossero state tenute in considerazione ed inserite nella piattaforma da presentare al ministro Alemanno, ma ad oggi non abbiamo ancora alcuna notizia sui risultati degli incontri romani. Come piccoli agricoltori poi intendiamo passare alle vie di fatto, -ha continuato Morana- ed intendiamo utilizzare quello che ci sembra essere il principale strumento di lotta per la difesa dei prodotti di Pachino e per la concorrenza sleale dei paesi del nord Africa. Intendiamo tutti aderire all'Igp. È per questo che chiediamo un incontro con i rappresentanti dell'Atptp, l'associazione per la tutela dei prodotti tipici pachinesi. Fino ad oggi infatti nessuno ci ha mai spiegato come si fa ad aderire, se possiamo farlo anche noi piccoli produttori o è una cosa riservata solo alle cooperative". Morana dunque punta il dito sulla scarsa utilizzabilità del marchio Igp. In effetti più volte il presidente dell'associazione per la tutela dei prodotti tipici Salvatore Chiaramida ha denunciato il fatto che solo 52 aziende produttrici di ciliegino hanno aderito al consorzio di tutela. La conseguenza è lo scarso potere nell'ambito dei mercati.
Fino a quando insomma ci sarà "pomodoro Pachino" non tutelato sarà impossibile avere un potere contrattuale nei mercati, e sarà più facile che pomodoro prodotto altrove venga spacciato per ciliegino Pachino. Ad oggi, visti anche i costi di adesione al consorzio di tutela ed i protocolli da rispettare anche in merito al confezionamento del prodotto ed agli imballaggi che devono essere certificati, molti sono i produttori che hanno preferito non aderire al protocollo. Questo ha dunque ridotto il potere di contrattazione e di tutela, sempre più alla mercè di chi gestisce i mercati. Poi Morana, tra gli applausi degli agricoltori presenti ha denunciato: "Credo che a non fare decollare l'Igp ci sia una volontà politica ben precisa. Sono in molti infatti coloro i quali, oltre che il nostro pomodoro, il vero ciliegino di Pachino, ne acquistano dell'altro, coltivato altrove, dove la manodopera ha costi notevolmente più bassi e i prodotti utilizzati non sono controllati come da noi. C'è dunque il sospetto che la merce pachinese venga mischiata con altro pomodoro e poi immessa sul mercato". Sarebbe questa la spiegazione per cui molte aziende e cooperative non hanno aderito al consorzio di tutela. Il coordinatore del comitato inoltre ha analizzato la politica internazionale dello stato, altrettanto colpevole, a suo dire, del crollo dei prezzi. "Occorre rivedere la Pac, cioè la politica agricola comunitaria che prevede gli scambi commerciali obbligati con i paesi del nord Africa e che risultano particolarmente penalizzanti per i prodotti locali". Un appunto è poi stato rivolto anche al carovita. La plastica usata per la serricoltura aumenta mediamente del 25% ogni anno e l'anno scorso è cresciuta del 30%. Le banche non sono disposte a concedere più credito, a meno che non si abbiano delle garanzie più che sufficienti. La convinzione che serpeggia sempre più tra gli agricoltori locali è che il governo agevola i grossi produttori lasciando soccombere i più piccoli.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 19-10-2004 - Categoria:
Economia