PACHINO - Sfiducia scongiurata per il sindaco di Pachino Giuseppe Campisi. A salvare il primo cittadino è stato il consigliere Giorgio Guarnaschelli che, dichiarandosi indipendente ed abbandonando la Margherita, partito di cui era capogruppo, ha ritirato la firma dal documento di sfiducia assicurando il proprio sostegno al sindaco.
Campisi ha ottenuto così il consenso dell'ottavo consigliere su venti rappresentanti, impedendo ai suoi oppositori di raggiungere i tredici votanti a favore della mozione di sfiducia. Una truppa, quella degli sfiducianti, assottigliatasi di giorno in giorno. Nella scorsa seduta di consiglio comunale erano stati ben 17 consiglieri su venti a chiedere le dimissioni del primo cittadino, mentre oggi coloro che si sono ribellati alla leadership di Campisi sono soltanto 12. Risolutivo, come si è detto, è stato l'apporto di Guiarnaschelli, consigliere della Margherita, ripescato a seguito delle dimissioni dell'ex vicesindaco Michelangelo Blandizzi che gli cedette lo scranno consiliare per ricoprire le funzioni di assessore. La motivazione ufficiale apportata alla sua indipendenza sembra quella di non avere gradito il passaggio del suo movimento al partito democratico. Le motivazioni sostanziali però sembrano essere di natura più localistica. A scongiurare la mozione inoltre hanno contribuito in maniera determinante i partiti della Casa delle libertà, colorando di azzurro l'amministrazione Campisi. In tal senso è stato determinante il passaggio di alcuni consiglieri (eletti in liste civiche) in Forza Italia e nell'Udc, partiti prima sprovvisti di rappresentanza consiliare.
I vertici dei partiti di Berlusconi e Casini, forse anche in considerazione dell'assoluta disorganizzazione dei loro partiti in città, hanno preferito raccattare tra le loro file qualche consigliere eletto in altri lidi ed entrare in amministrazione abbracciando il programma premiato dall'elettorato di centrosinistra invece di affrontare nuovamente il giudizio delle urne. Nonostante il ribaltone, a rimanere all'opposizione è Alleanza nazionale. Il segretario del partito di Fini, Giuseppe Randazzo, ieri è salto a palazzo di città comunicando ufficialmente al primo cittadino l'indisponibilità del suo partito a fare parte dell'amministrazione nonostante inizialmente si fossero intravisti segnali di disponibilità. “La posizione di Alleanza nazionale, -ha affermato Randazzo- ovviamente condivisa dal rappresentante in consiglio Rotta, è quella di rimanere all'opposizione. Sin dal primo momento avevamo sostenuto che il nostro partito non avrebbe fatto parte di una minoranza che amministra la città, e condizione per l'ingresso in giunta era che ci fosse una maggioranza numericamente stabile in consiglio. Lunedì sera però, analizzate anche le prospettive e le condizioni che stavano maturando, il partito ha deciso di anticipare i tempi della decisione e, d'accordo con i vertici provinciali, ho comunicato al sindaco l'indisponibilità di An ad entrare a far parte della maggioranza e dell'esecutivo”. Campisi al momento ha scongiurato la sfiducia ma non è riuscito a costruire una maggioranza consiliare. Per questo nei prossimi giorni, probabilmente giovedì, nominerà in maniera incompleta la squadra amministrativa riservando alcuni posti in giunta in modo da poter rafforzare la sua coalizione.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 25-04-2007 - Categoria:
Politica