PACHINO - Il consiglio comunale approva le direttive al Piano regolatore generale ma la maggioranza si spacca ed il sindaco apre la crisi politica azzerando la giunta municipale. Ora gli scenari appaiono molteplici e incerti. Gli eventi si sono succeduti nel giro di poche ore, a stretto ridosso della seduta consiliare. La maggioranza infatti, aveva stilato un documento sottoscritto dai consiglieri comunali ad eccezione di quelli aderenti al Pdl, che pure avevano dichiarato di condividerne i contenuti, dando garanzia del loro voto positivo in alla. Secondo quanto concordato inoltre, il documento era stato proposto anche all'opposizione, al fine di arrivare ad una posizione unitaria. La minoranza si era dichiarata disponibile al voto positivo a patto che fossero state recepite delle modifiche. Anche questo accordo veniva stipulato, ma improvvisamente, in consiglio, qualcosa non ha funzionato. Alla seduta, infatti, non hanno preso parte ben cinque consiglieri di maggioranza, Rabito, Luciano, Maccarrone, Quartarone e Giannone. I cinque chiedevano un rinvio, richiesta a cui il primo cittadino decideva di aderire in modo da ritrovare la compattezza di tutte le forze politiche.
Tuttavia i consiglieri di maggioranza presenti e l'opposizione, trovando immotivata la richiesta, decidevano di procedere alla votazione ed all'approvazione. Una presa di posizione che ha portato a conseguenze inattese ed a scenari fino ad ieri impensabili. Ieri mattina infatti, il primo cittadino ha proceduto all'azzeramento della giunta al fine di verificare la tenuta della propria maggioranza e gli equilibri interni ad essa. A sintetizzare gli eventi è stato il consigliere Salvatore Blundo che ha affermato: «Il sindaco sul Prg aveva fatto un lavoro di mediazione e di sintesi eccezionale, riuscendo a mettere d'accordo tutti. Forse per questo ci teneva all'unitarietà. Tuttavia la richiesta di rinvio era immotivata. L'azzeramento di giunta probabilmente va letto nell'ottica di una verifica e di una ricerca di una maggioranza stabile e duratura per i prossimi anni. Credo che i nuovi equilibri, però, debbano nascere da un azzeramento più completo della cariche, rimettendo in gioco anche la presidenza del consiglio. Pertanto chiederemo le dimissioni di Rabito». Gli scenari, dunque, passano dalla poltrona più alta del civico consesso. Per Rabito, se non ci fossero le dimissioni volontarie, sarebbe pronta anche una mozione di sfiducia. Dalla verifica inoltre potrebbero saltare le teste di Corrado Bufardeci e di Salvatore Lentinello.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 24-02-2011 - Categoria:
Politica