Il territorio in Consiglio

Il territorio in Consiglio PACHINO - Consiglio comunale aperto giovedì sera nei locali di via Rubera. Oggetto della seduta sono state le rivendicazioni territoriali di cui si fa promotore l'associazione «Autonomia Pachinese» fondata e presieduta da Pasquale Aliffi. Di fronte ad un numeroso pubblico, nonostante la scarsa partecipazione politica e la totale assenza dell'amministrazione comunale (presente solo Ferrara) il comitato ha esposto le motivazioni culturali, storiche ma anche legate allo sviluppo del comune pachinese che legittimano la rivendicazione dei territori. Ad aprire i lavori è stato il presidente del consiglio Salvatore Blundo che ha ricordato come il tema delle rivendicazioni territoriali fosse stato affrontato negli anni scorsi dall'amministrazione Barone all'inizio della sua attività amministrativa, con delle richieste che nel 2004 furono rigettate. Blundo ha altresì ricordato come nel 1975 Pachino abbia subito una decurtazione del proprio territorio originario a seguito del fatto che il comune di Portopalo acquistò la sua autonomia e che peraltro oggi rivendica con un suo comitato spontaneo un ampliamento del territorio limitatamente alla zona Torre Fano. I limiti derivanti dalla ristrettezza del territorio pachinese inoltre appaiono evidenti, secondo l'opinione del presidente del civico consesso, nella frazione di Marzamemi addirittura tagliata in due per quanto riguarda le competenze comunali, ed i disservizi che si verificano nelle contrade di Spinazza, Bove Marino e San Lorenzo di competenza del comune di Noto. Il presidente del comitato Pasquale Aliffi ha spiegato come nel 2004 la richiesta di revisione territoriale fu respinta perché esaminata insieme a quella di Palazzolo.

Sommando le due richieste infatti si superava la quota del 30% del territorio che avrebbe dovuto essere sottratto alla città barocca, motivo per cui fu facile per il comune di Noto stoppare l'iniziativa. Secondo Aliffi invece sarebbe maggiormente opportuno ridimensionare la richiesta di revisione ed apportare ulteriori motivazioni nel frattempo sopravvenute in maniera da supportare l'istanza di revisione territoriale in modo maggiormente adeguata. Aliffi non ha mancata di fare una nota polemica verso l'amministrazione comunale assente all'atteso appuntamento. «E' lampante, -ha affermato- che questo sindaco snobba tutto quello che io organizzo o faccio per la gente e da semplice cittadino». Rilevanti anche gli interventi dell'ex sindaco Barone che ha ricordato come la creazione delle aree Sic e Zps abbia ulteriormente sottratto territorio a Pachino e che il diniego ricevuto a suo tempo dagli uffici regionali di Palermo alla revisione territoriale non chiudeva le porte a qualsiasi ipotesi di revisione, e quello dell'assessore provinciale Fronterrè che ha invitato anche a percorrere l'ipotesi delle convenzioni tra comuni.

Salvatore Marziano


Passaggio di competenze su aree molto più limitate



Dal punto di vista tecnico il comitato «Autonomia Pachinese» tramite Corrado Di Pietro, ha prospettato al civico consesso due ipotesi di revisione territoriale. Con l'aiuto di alcune slide proiettate, Di Pietro ha prospettato delle possibili soluzioni alternative fra loro. Tra queste il comitato sembra orientato per la seconda che prevede il passaggio di competenze su un territorio molto più limitato. Sarà comunque il consiglio comunale, quale organo legittimato dalla legge 30/2000 a scegliere. La prima ipotesi prevede la rivendicazione territoriale di 7.412,32 ettari di territorio pari a 46 fogli di mappa (Di Pietro ha sottolineato come tutte le ipotesi comunque fanno riferimento a fogli di mappa interi e mai spezzati). La rivendicazione di tale territorio è stata definita corposa dall'esponente del comitato e tale da comportare uno scorporo del territorio netino di circa il 13,4% del totale ed il passaggio di 2110 abitazioni che oggi pur essendo di proprietà di pachinesi insistono su territorio netino ed a questo comune pagano le tasse. La seconda ipotesi invece comporta la rivendicazione di soli 18 fogli di mappa per una estensione di 3.215,8 ettari che in percentuale sono appena il 5,8% del territorio del comune di Noto. Pur prevedendo quest'ipotesi una richiesta inferiore, il numero di abitazioni che passerebbe sotto l'egida del comune di Pachino sarebbe di 2.171, cosa che porterebbe un afflusso nelle casse comunali di una somma pari a circa 600 mila euro l'anno. I confini di questa seconda ipotesi di variazione territoriale andrebbero peraltro a corrispondere con il territorio Igp ove si coltiva il pomodoro di Pachino. Secondo quanto lasciato intendere dal comitato «Autonomia Pachinese» inoltre, a fronte di un ottenimento del territorio seppure nell'ipotesi maggiormente ristretta, il comitato non si opporrebbe ad una richiesta di territorio da parte di Portopalo nei confronti di Pachino, richiesta peraltro avanzata già nel 2002 dal sindaco Cammisuli in un'ottica ri rivisitazione territoriale generale.

Sa.Mar.
Fonte: LaSicilia.it il 19-01-2008 - Categoria: Politica

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