Il tramonto del "Baudo" furioso

Il tramonto del "Baudo" furioso di EDMONDO BERSELLI

A essere catastrofici viene la tentazione di usare per quest'ultimo Sanremo la parola fine: fine di Pippo Baudo, fine del Festival, fine di ciò che sembrava senza fine. Perché di fronte alla caduta degli ascolti, visto che "solo" poco più di un telespettatore su tre ha guardato la rassegna canora, la trappola della depressione televisiva è in agguato. Difatti Baudo ci è cascato, e davanti ai dati dell'Auditel è esploso in un'aspra critica della civiltà contemporanea e "dell'homo televisivus".

Non serve a nulla curare la qualità, ha detto, per un paese di cacca ci vogliono sputi in faccia e scazzottate. E giù il muso lungo del bravo conduttore incompreso. Chissà se il re e leader del baudismo ha la coscienza di avere ribadito la legge entropica della televisione: quella secondo cui per elevare il numero di spettatori si deve abbassare la qualità. Tuttavia la sapienza televisiva di Baudo dovrebbe anche avergli ricordato che in fondo, per ogni Festival, ieri come oggi, "oportet ut scandala eveniant": motto evangelico per dire che scandali e scandaletti hanno sempre innalzato lo share, fin dai giorni avventurati in cui Mina faceva "blll..." con le dita nel ritornello irridente di Le mille bolle blu, Peppino Gagliardi si presentò con la corona del rosario fra le mani, Loredana Berté, sempre lei, si mise un pancione finto per simulare una gravidanza isterica vera, oppure Patsy Kensit lasciò cadere la spallina scoprendo il seno. E così via, lunga è l'aneddotica festivaliera. Plagi, litigi, polemiche, rivalità.

Sicché non conviene proprio esibire la faccia compunta e lamentarsi del mondo che non apprezza la qualità dello spettacolo, ossia del destino cinico baro. Anzi, forse ci potrebbe essere da parte degli ideatori, del presentissimo direttore di Raiuno Del Noce, degli autori, di Baudo e Chiambretti, un piccolo rimorso per non avere aizzato nessuna competizione, per non avere suscitato nessuna polemicuzza, insomma per avere allestito un Festival che sembra Domenica In con le canzoni, tutta una bonaccia televisiva da pre abbiocco.

Quanto alla qualità vantata da Baudo e Del Noce, poi: ci sarebbe da discutere. Anche facendo la tara, e sapendo che per paradigma nella percezione collettiva il Festival precedente era sempre un po' meglio, sulle canzoni la critica sembra unanime nel giudicarle di una fiacchezza disarmante. D'altronde, non è colpa di Baudo se le grandi voci non vengono a Sanremo e le seconde file deludono.

Quanto allo show in sé, gli esegeti più sfiziosi potranno valutare quanto funzioni l'amalgama fra Chiambretti, il Pierino insolente, e Baudo, il cerimoniere ufficiale. Ma sono minuzie ermeneutiche: "storicamente", il rilancio di Sanremo è avvenuto quando il Festival è stato trasformato in evento televisivo. Con Michail Gorbaciov, il premio Nobel Dulbecco, Fabio Fazio, il dramma di Tony Renis e Adriano Celentano convocato per salvare la baracca. Ma poi ci si è abituati. Ci si abitua a tutto, volete che non ci si abitui alle tragedie inutili di Sanremo?

Piuttosto, c'era da stupirsi che più o meno metà degli spettatori passasse quasi una settimana nell'adorazione del totem rivierasco. Come se il Festival mantenesse un suo carisma misterioso, una capacità attrattiva inspiegabile: se adesso comincia a declinare, non è il caso di stupirsi. Se molti cantanti sembrano provenienti un festival degli sconosciuti, o dalla classifica degli invenduti, a sua volta lo spettacolo è macchinoso, iperbole di se stesso, festival dei festival, e quindi macchina celibe, show senza contenuti, proiezione del nulla nell'etere.

Sicché ha ragione Baudo, e alla lettera: servirebbe uno scandalo e una provocazione al giorno. Ma scandali e provocazioni appartengono ormai ad altri generi televisivi, ai grandi fratelli, alle isole dei famosi, ai reality show più protervi, o ai talk show più canonici. Punteggiano i palinsesti televisivi, sono la normalità quotidiana del trash. Hanno mitridatizzato gli spettatori.

E Baudo, che come protagonista della tv è un pioniere, l'aveva capito: ha puntato per contrasto sulla tranquillità, la normalità, la serena prevedibilità. Ma la nostra normalità televisiva è fatta di mostri, di freak, di enormi panzane, di risse furibonde. E quindi alla fine Baudo non ha fatto un Festival di Sanremo, ha fatto una rassegnata imitazione di uno Zecchino d'oro per adulti.

Eppure il Festival non è ancora morto, figurarsi: magari negli ultimi giorni l'auditel si impennerà, per paradosso grazie a tutti coloro che si sintonizzeranno per assistere al decesso in diretta. O per seguire l'ennesimo caso Bertè, con il caso della canzone auto-plagiata, che qualcuno addirittura sospetta montato ad arte. Solo che Sanremo si è ridimensionato: non è più consigliabile definirlo "specchio della nazione". Il Festival si rispecchia solo nel Festival.

Detto con tutto il realismo, anzi tutto il fatalismo possibile: magari l'anno prossimo, misteriosamente, gli indici d'ascolto saliranno. Oppure scenderanno ancora. Cose della vita, cose che accadono. Sanremo è diventato normale: ma come tutti sanno, in tv la normalità può uccidere.
Fonte: Repubblica.it il 28-02-2008 - Categoria: Cultura e spettacolo

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hahahahahahahhahhahahhahahah

Cari...si fà per dire, manco a tirlo...tarlo ho assistito all'inizio del festival di San Remo, contro...
Un momento conviviale di allegria che solitamente vige e governo la grande armonia che circonda....la mia piccola ma ironica famiglia...
Neanche farlo apposta, con supposta...da qualche tempo sono sempre con una piccola telecamera...ma potrei attivare tutti quei sistemi di registrazione..connettendo per esempio il pinnacle con la Xbox e compagnia bella, balla che lupi... al video e ritorno, al portatile e al desk...hallah al bar...
ecc..ecc...ma c'è tempo...
Insomma per farla breve..dopo aver letto questo articolo, pubblicato su la Repubblica, di cui il nostro webmaster ci ha voluto deliziare...manco a farlo apposta ancora una volta...per influssi sensoriali e astrali, secondo me dovuto al paranormale...hahahahhahah...per cui occhio, pinocchio....la mia critica a parte il cretino al Signor Del Noce che, franca-mente si poteva evi-tare e di cui chiedo: Scusa...hai un un accendino...??? si sostanzia... per la convergenza critica con l'estensore dell'articolo...in accordo multiplo bipolare con fusibile bionico tensoriale a 24 volts con invert che ti dà poi la luce a 220 volts...io leggo sempre la Repubblica di conseguenza sono plagiato da questi giornalisti irresponsabili...che hanno il coraggio di pensare...in modo autonomo...
Insomma ne è venuto fuori questa registrazione...
che allego come commento al vento..che dal maestrale san remese passa al grecale marzamese dove per un insieme di fattori festivalieri dinamici che si connettono con un'autostrada del mare tra i due luoghi...La qual cosa per verità storica risulta veritiera senza barriera, nel momento in cui,perbacco, il Bacco, motonave da trasporto vino alla fonda del porto fossa si collegava con i porti della liguria e poi con i mrcati francesi di Marsiglia,occhio alla triglia...quisquiglia e parapiglia...guarda la Quaglia...che veglia... olè...
Tuttavia per contrappasso subito dopo la registrazione ..mi sono profonfdamente addormentato...fino alle 4 del mattino dopo...
Ogni riferimento a persone e fatti memoriali passati e recenti sono naturalmente da ricollegare in maniera scientifica...

A voi l'inizio del festival di san Remo, stavolta a favore... e invio uno scappellotto a chi si sentirà coinvolto nei vari personaggi citati...scappelloto tuttavia dato con bon ton...
Hai visto mai dovesse il fatto di cronaca azzurra aumentare l'audience..????..hahhahahahahahahha

Passo la parola a Morandi, con volare...fino al Pippo multiplo...13° ...





Saluti multipli, Spiros