Il voto democratico nella politica italiana

Il voto democratico nella politica italiana da Cav. Pasquale Aliffi

C’è calma apparente nella Politica del Centro Sinistra Nazionale dopo i grandi movimenti tellurici riscontrati prima della nascita del Partito Democratico dove tanti nostalgici del Comunismo hanno svincolato tutto a mancina, non riconoscendosi in una politica che tende ad avvicinarsi sempre più verso il centro. C’è invece molto movimento nel Centro Destra, non per quello che si è inventato Silvio Berlusconi ma per come lo ha reso noto. Vero è che il Cavaliere parla da tanto tempo della formazione di un partito unico del Centro Destra ma l’unico che era pronto a discutere con Lui di questo progetto era Gianfranco Fini. Viste le modalità, soprattutto mediatiche, della nascita del Partito Popolare delle Libertà, adesso Berlusconi ha perso anche la stima di Fini. Egli pensa che questo nuovo partito raccoglierà tanti scontenti sia del Centro Sinistra che del Centro Destra e sta insistentemente dicendo già dal primo momento della sua sconfitta elettorale che bisogna andare subito al voto. Intanto già in qualcosa è riuscito il Cavaliere. Ha fatto esclamare a Walter Veltroni che la casa delle Libertà è finita. Come si fa a chiedere oggi nuove elezioni senza aver ancora scritto le regole della nuova legge elettorale.

Come si fa a chiedere ai cittadini di andare ancora al voto con questa legge elettorale che tutti i parlamentari dicono essere brutta ma che tutti i parlamentari hanno votato per convenienza. Possibilmente nel votare per il nostro partito ci ritroveremmo a mandare in parlamento qualcuno che ci sta magari antipatico ma che i capi di partito hanno messo in testa alla lista elettorale. Altro argomento che riguarda le elezioni è il modo antidemocratico che abbiamo in Italia per votare. Oggi il cittadino si sente controllato nell’esprimere il proprio voto ed il sentirsi controllato fa si che la gente alla fine non voti come vorrebbe ma secondo le pressioni che subisce. 30/40 anni fa la campagna elettorale spesso veniva vinta da chi distribuiva più pacchi di pasta rispetto al concorrente politico. Ma se all’epoca il voto di scambio era in un certo senso giustificato dalla poca cultura e dalla fame di tante famiglie italiane, adesso, dopo 40 anni, da noi non è cambiato nulla. Rimane sempre la poca cultura della gente che si aspetta qualcosa in cambio del voto e, dall’altra, le pressioni del voto clientelare. Per evitare tutto ciò bisognerebbe eliminare la conta delle schede nei seggi elettorali. Andrebbero sempre costituite le varie sezioni divise per residenza, dopodiché dopo aver verbalizzato soltanto il numero dei votanti, inviare gli scatoli sigillati tramite le Forze dell’ordine in un unico grosso centro di raccolta che farebbe la conta delle schede senza conoscere la provenienza ma con un criterio univoco. Ma credo che a nessuno, soprattutto quelli eletti con i voti clientelari, venga voglia di far modificare una legge che non rappresenta la libertà dell’elettore e quindi non rappresenta una legge democratica. Siamo nel 2007 ed è purtroppo vero che ancora in Sicilia e forse anche nel meridione d’Italia esista qualcosa di generalizzato che rende difficile il voto libero e democratico. Pertanto, se qualcuno vorrà accettare questa idea e portarla nelle dovute sedi, ben venga il modo di votare senza condizionamenti, libero e democratico perché la nostra Sicilia ha bisogno di un forte cambiamento e solo in questo modo, secondo il mio modesto parere, potrà cambiare qualcosa.
Fonte: libertàsicilia.com il 03-12-2007 - Categoria: Politica

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