PORTOPALO - Nuovo sbarco di immigrati. Nel tardo pomeriggio di ieri sono approdati al porto 195 tra somali, eritrei e marocchini, stipati all'inverosimile su una barca di circa quindici metri. All'arrivo hanno trovato gli uomini della protezione civile ad attenderli e le forze dell'ordine, che hanno prestato i primi soccorsi. Tra di loro 47 sono donne ed 11 bambini tra i quali un neonato che la madre, una giovane eritrea poco più che ventenne, aveva appena partorito quando ormai la barca con il suo carico umano si trovava nei pressi del porto. La donna ed il neonato appena giunti a riva sono stati portati immediatamente in ospedale, e con loro altre sei eritree stremate dal lungo viaggio. Il medico della Misericordia, Carlo Candiano, è intervenuto con i volontari per le necessità determinata dal recentissimo parto. «Una scena indescrivibile - afferma il medico - poiché il bambino aveva ancora il cordone ombelicale attaccato alla madre e perdeva sangue. Le avverse condizioni atmosferiche hanno complicato non poco le cose, sul posto infatti pioveva a dirotto, ma alla fine siamo riusciti a trasportare dentro il centro mobile di rianimazione la mamma e il neonato per dirigerci verso l'ospedale Trginoa di Noto». Quali sono le condizioni del bambino e della donna? «Molto buone - aggiunge il dottoer Candiano - ed anche quelle di altri tre bambini, che presentavano qualche sintomo tipico della disidratazione, non sono preoccupanti. Adesso sono al reparto pediatrico del nosocomio netino». Le donne, più provate dal viaggio, sono state fatte scendere dall' imbarcazione, non la solita vecchia carretta ma un natante quasi nuovo che è stato scortato da un mezzo della capitaneria di porto (Cp832) dopo l'intervento di un peschereccio catanese: il "Giovanna Madre".
Sdraiate sulla banchina del porto, sfinite e stremate le donne mentre gli uomini, tutti di giovane età ed apparentemente in buona salute, sono rimasti sull'imbarcazione. Nonostante la buona volontà dei volontari della protezione civile e delle forze dell'ordine (fiamme gialle, polizia, carabinieri, guardia costiera e vigili urbani), che si sono adoperati in modo veramente meritorio, non si può però non tenere conto dei ritardi della macchina organizzativa. E' vero che i volontari sono arrivati anzitempo al porto ma i quasi duecento africani sono rimasti per diverso tempo all'addiaccio, bagnati e stremati sulla banchina del porto senza che venisse loro fornita una coperta, un impermeabile asciutto, qualcosa di caldo. Al buio, illuminati soltanto dai fari delle automobili, nella zona forse più scura della banchina, sorvegliati dalle forze dell'ordine anche loro impotenti di fronte all'attesa di nuovi ordini. Solo quando sono arrivati i beni di prima necessità (latte, biscotti e coperte) la situazione è sembrata migliorare. In tarda serata il trasferimento a Pachino, nei locali della scuola elementare di via Rubera vista l'indisponibilità del tensostatico. Da segnalare che ieri le condizioni meteomarine davano mare "forza 8", una situazione molto rischiosa per gli sbarchi.
Sergio Taccone
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 27-11-2003 - Categoria:
Cronaca