In 4 per un Palazzo che scotta

In 4 per un Palazzo che scotta PACHINO - Quattro candidati si contenderanno la poltrona più ambita di palazzo di città. Centrodestra spaccato e il Pd scomparso dal panorama politico locale. Questo il dato politico saliente dopo la presentazione delle liste e delle candidature. Il simbolo del Pdl è andato a Paolo Bonaiuto che ritenta la scalata alla sindacatura tre anni dopo la sconfitta contro Giuseppe Campisi. Bonaiuto avrà dalla sua gran parte del Pdl, l'Mpa e parte dell'Udc, oltre alla civica Rinascita. Bonaiuto intanto incassa l'aggiudicazione del simbolo del Pdl. Gli assessori indicati sono Roberto Centaro e Gino Sorbera. La restante parte del centrodestra è con Emanuele Rotta, a capo di una coalizione che vede al centro la civica «Progetto Pachino» ed un gruppo di liste civiche con un denominatore comune: il superamento delle stringenti logiche di partito ed ideologiche in nome di un obiettivo: garantire governabilità ad un comune disastrato da anni e sull'orlo del collasso finanziario. Rotta ha raggiunto in extremis l'accordo con l'Udc (avrà il simbolo del partito centrista), grazie all'alleanza stretta con il consigliere provinciale Nino Iacono. Tra i suoi alleati c'è anche l'ex segretario di Forza Italia Giuseppe Giliberto. Sulla querelle del simbolo del Pdl, Rotta ha precisato:"Siamo stati noi a fare un passo indietro per evitare lacerazioni all'interno del partito". Gli assessori indicati dall'esponente del Pdl sono Enzo Vinciullo, Turi Magro, Lucio Selvaggio e Turi Borgh.

In definitiva due soggetti vicini al centrodestra e due di chiara matrice ex diessina (Borgh e Selvaggio). Sull'altro versante si trovano l'ex sindaco Modestino Preziosi, sostenuto da una coalizione che ha nell'Italia dei Valori la lista di riferimento, e Gioacchino La Corte. L'ex deputato regionale ha fatto della questione svincolo autostradale il cavallo di battaglia per questa campagna elettorale. Gli assessori indicati da La Corte sono Francesco Careno e Sonia Cannarella. Preziosi, invece, intende ripercorrere un cammino che lo ha visto, negli anni novanta, primo sindaco d'Italia eletto direttamente dal corpo elettorale. Gli assessori da lui indicati sono Lorenzo Novello e Michele Borgh. Oltretutto, Preziosi avrà dalla sua, domani, un esponente di rilievo nazionale come Antonio Di Pietro che sarà presente all'aula consiliare di via Rubera. La corsa alla poltrona di sindaco entra nella fase decisiva. I cittadini chiedono risposte precise a problemi mastodontici che attanagliano il comune pachinese. Le casse comunali sono ai minimi termini, i creditori pressano, non parlando della questione spazzatura con tutte le conseguenze del caso da un punto di vista igienico e sanitario senza dimenticare le problematiche per i lavoratori che operano nell'ambito della nettezza urbana. La partita potrebbe anche non chiudersi ad inizio giugno: il ballottaggio, infatti, è l'ipotesi più ricorrente. Ai cittadini la possibilità di scegliere il candidato che prenderà in mano Pachino nei prossimi anni.

Sergio Taccone



Paolo Bonaiuto, di professione bancario, sposato con due figli. E' sostenuto da Pdl, Movimento per l'Autonomia e una serie di liste civiche. In passato è stato in corsa per la sindacatura ed è stato vicesindaco durante l'amministrazione Latino, sempre di centrodestra

Gioacchino La Corte, sposato con tre figli è pensionato. Già parlamentare regionale nelle fila dei Comunisti italiani è sostenuto da Comunisti italiani-Rifondazione e da una lista civica da lui creata. Più volte consigliere comunale e più volte in corsa per la carica di primo cittadino

Modestino Preziosi, insegnante in pensione è sposato e padre di due figli. Si presenta con due liste civiche e Italia dei Valori. E' stato il primo sindaco di Pachino ad essere eletto con il meccanismo della designazione diretta da parte dell'elettorato. Ha sempre militato nel Partito comunista

Emanuele Rotta, studente è il più giovane dei candidati a sindaco. Si presenta alla testa di un cartello civico piuttosto variegato che va esponenti di Alleanza nazionale a Rifondazione comunista. E' stato consigliere comunale nella scorsa legislatura e ha ricoperto in passato anche la carica di vicesindaco
Fonte: LaSicilia.it il 14-05-2009 - Categoria: Politica

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Come la volpe con l'uva (o quasi)

Vedo che -ora, a cose fatte- viene veicolato come una graziosa concessione ovvero quale “prego s’accomodi” l’esito finale della querelle sul simbolo del Popolo della Libertà, appannaggio non certo di Rinascita ovvero di chissà quale altra civica federata, ma di coloro i quali (a cominciare da alcuni componenti storici del direttivo di Alleanza Nazionale, continuando con gli esponenti del Circolo del Buon Governo di Pachino) sono rimasti fermi sulla linea della maggioranza degli esponenti provinciali del Partito: quella di consolidare la federazione nata mesi fa, in vista della confluenza dei soggetti che ne fanno parte nello stesso P.d.L..

Vedo -insomma- che a questa “magnanimità” si sono, alla fine, ridotti i proclami sul fatto che il simbolo del P.d.L. “non sarebbe stato assegnato a nessuno” di quelli che, pur di presentarsi assieme ad una sinistra spogliatasi delle sue insegne per presentarsi punto, hanno scientemente deciso abbandonare le proprie di insegne, lasciandole in un cantuccio a bagnomaria (una rivisitazione del sempre ritornante grido “muoia Sansone con tutti i Filistei!” o, per usare un’espressione nostrana, “uoruvu iu, uorivi tutti”).

Se davvero non si volevano “lacerazioni” nel partito, perché si è così tanto brigato -o si è fatto brigare altri- per impedire che venisse utilizzato a Pachino il simbolo di un Partito che, per bocca del suo fondatore ed indiscusso leader, ambisce a raccogliere il consenso di più della metà degli italiani? Perché si è accettato, scientemente, il rischio che questo simbolo sparisse dalla competizione elettorale pachinese, rimarcando ancor più l’idea che Pachino costituisca un mondo a parte, una sorta di casa del Grande Fratello della politica provinciale, da isolare sempre più dal contesto generale?

Si ammette, dunque, che c’è stata una lotta in grado di poter “lacerare il partito”: ma chi e per conto di chi l’ha condotta, fino a ieri, questa lotta per impedire di presentare alle amministrative il simbolo del P.d.L.? Forse chi, di fronte alle sconcertanti dichiarazioni di qualche leader sulla possibilità (intesa quasi come un auspicio) che ciò accadesse, è rimasto in silenzio per rispetto di quei vertici provinciali del Partito che hanno lavorato fino all’ultimo -e senza proclami- per far sì che il P.d.L. potesse essere non un’opzione ma l’Opzione per i Pachinesi, di fatto riuscendoci? O chi - inseguiti piddini, socialisti e rifondaroli, sul terreno dello streap tease politico- pretendeva piuttosto che pure gli altri si presentassero ai pachinesi spogliati -contro la loro volontà e contro la volontà della maggioranza del P.d.L.- delle loro idee, del loro credo politico, dell’orgoglio di appartenere a quello che è stato definito (a Roma, qualche settimana fa) “il più grande partito della storia repubblicana”?

Ben vengano, insomma, le dichiarazioni distensive in vista di un futuro probabilmente comune.

Purchè però non si continui, con un frasario a caldo e con l’atteggiamento della volpe con l’uva, a voler danneggiare, lasciando persino intendere (spero non volontariamente) di snobbarne il simbolo, la sorte futura del Popolo della Libertà.

Cordialità classiche,
Sebastiano Mallia
lo scotto speranzoso

Tutti al mare..a mostrar le chiappe chiare...Colgo con una soffusa venosa e glamurosa enfasi le belle parole pronunciate dall'amico, che stimo molto, Emanuele Gennuso...Si potrebbe dire che nelle persone per bene dal punto di vista mentale le speranze( hopes) sono le ultime a morire..Ne condivido gli aspetti più belli e profumati...Ma poi nell'alone cerchiato della notte senza stelle prevale la razionalità degli umani..
Aspettarsi che qualcuno dica come intende muoversi per aggiustare un solo problema di Pachino...sarà come scalare la montagna più alta della Luna. Tutte parole di circostanza che hanno per oggetto incerto la promozione personale...il collegamento con il matocco regionale..l'ascendente pruriginoso di collegamenti che fanno prevalere nel passaggio a nord est...e fare passare evangelicamente la pagliuzza nell'occhio dell'altro,come più fastidiosa e indecente e dimenticando la trave di Polifemo nei propri occhi.
Le alleanze che si stanno costruendo vertono su problematiche che distano dal dibattito politico locale quanto la distanza siderale che divide un punto all'orizzonte con l'immensità dello spazio 'universale...Di questi spazi non conosciamo ne l'inizio e neanche la fine...Ma delle alleanze per pura consociazione che si sono prodotte a Pachino e si stanno consumando sulla pelle della città e dei cittadini: potremmo scrivere, usando un minimo di fantasia, un romanzo da presentare alla prossima festa del libro, che, udite udite circensi canuti: si terrà in contrada Scarruzzuni...
E proprio in virtù della ovvia conoscenza della mentalità imperante( che vuoi analizzare..basta poco che c'è vò?...ci vuole l'autoanalisi collettiva e plurima) nel contesto politico e del comportamento oscillatorio e pendolare di gente senza una precisa cultura politica di riferimento...Ecco perché si ha poca speranza di potere sentire, (in questa fase passano solo le interviste promozionali) o leggere, o quanto meno abbozzare: come risolvere un solo problema concreto... Per dare una svolta reale e realistica a Pachino...

faccio una domanda a tutti i politici: siete d'accordo con la istituzione delle sic e delle zps..e sapete quante possibilità concrete economiche si stanno perdendo per la mancanza attuazione di una volontà regionale ed europea?? Basta dare una occhiata a fondi Ue per l'agricoltura e vi renderete conto che di queste cose ne stanno discutendo in contesti altri.... dove si mira solo ad ottenere cospicui contributi personali...altro che Pachino e cittadini...Ecco perché è nato Progetto Pachino...tutti a cullare :u ciù bono ri tutti...

saluti salutati,Spiros