Aumento dei casi di neoplasie al fegato e bambini nati con malformazioni nel triangolo Noto-Pachino-Portopalo. L'analisi di Salvatore Sciacca, direttore scientifico del Registro tumori integrato delle province di Catania-Messina-Siracusa-Enna, uno dei quattro istituiti in Sicilia, non è passata inosservata. Ad esaminare la situazione relativa al monitoraggio dei casi di tumore è un esperto con quasi mezzo secolo di esperienza accademica acquisita sulla direttrice «salute e ambiente». Il professor Sciacca ha evidenziato che se fino a cinque-sei anni fa non c'era nessuno studio serio sullo stato di salute della popolazione, la svolta è arrivata con l'istituzione dei registri integrati dei tumori che raccolgono e rielaborano i dati su incidenza, mortalità e sopravvivenza. Un servizio che sta funzionando bene e che impone, adesso, quel salto di qualità nell'ambito della comunicazione, anche per evitare di sparare numeri nel mucchio. Il trend in salita nell'estremità sudorientale della Sicilia rappresenta una sorpresa. Si tratti di «addensamenti preoccupanti» (cluster, usando un termine scientifico) in zone in cui non si pensava potessero esistere, come ha evidenziato Sciacca.
Il direttore scientifico del Registro tumori ha focalizzato l'attenzione anche fra Noto, Pachino e Portopalo dove si registra un'elevata incidenza, seppur con dati ancora statisticamente non significativi, di tumori al fegato e di nascite di bambini malformati, con un legame, ha aggiunto Sciacca, ancora solo ipotizzabile, con le sostanze dannose per la salute che vengono usate nel lavoro delle serre.
A Pachino, dove la produzione agricola è pregnante in tutto il territorio, nessuno ha voluto commentare. Ieri, tuttavia, qualche addetto ai lavori, sollecitato a rilasciare un commento alle affermazioni del professor Sciacca, si è limitato ad un telegrafico «già visto purtroppo». Il dubbio rimane e basta già questo per preoccupare la popolazione. Nel comprensorio, il consumo di prodotti in serra è larghissimo, soprattutto pomodoro. E nel ciclo produttivo non mancano prodotti capaci di innestare quantomeno delle preoccupazioni. Va aggiunto, tuttavia, che le aziende sementiere sono riuscite ad inserire nelle loro varietà dei geni resistenti a varie patologie e parassiti e questo significa che il ciliegino, ad esempio, ha bisogno di minori trattamenti antiparassitari. «L'analisi del professor Sciacca - afferma un operatore del settore agricolo - va presa con attenzione e massima considerazione. Non bisogna creare allarmismi ma neanche mettere la testa sotto la sabbia come lo struzzo».
SERGIO TACCONE
Fonte:
LaSicilia.it il 19-06-2013 - Categoria:
Cronaca