PORTOPALO - Un'abitazione privata trasformata in una sorta di piccolo museo privato. Lo ha scoperto la guardia di finanza che ha trovato alcuni reperti archeologici all'interno dell'abitazione di un insospettabile. Le fiamme gialle delle brigate di Pachino e Portopalo di Capo Passero, sono risalite al ritrovamento a seguito di una attività di indagine svolta a ritmi serrati, che li ha condotti fino alla residenza di un pescatore di Portopalo.
Da informazioni avute, i finanzieri hanno portato avanti la loro attività investigativa e dopo aver raccolto i necessari elementi probatori, hanno ottenuto l'autorizzazione per eseguire la perquisizione al domicilio del pescatore. All'interno vi hanno trovato i reperti, il cui valore risulta essere di notevole entità. Nello specifico sono stati trovati: un'anfora, ancora intatta, un vaso in creta acroma e cinque colli di anfore di particolare fattura e pregio. Per quanto riguarda i primi due reperti, la guardia di finanza spiega come l'anfora intatta fosse dotata anche di un basamento in ferro che oltre al sostegno, serviva anche per esaltarne la bellezza ed il valore amplificato anche dalle numerose incrostazioni marine che la ricoprono.
Per il secondo reperto, le fiamme gialle ne precisano il valore, trattandosi di un oggetto molto raro utilizzato nell'antichità da famiglie di elevato rango sociale (nobiltà). Tutti i reperti risalgono al periodo greco romano (tra il III ed il I secolo a.C.). Non è da escludere che il pescatore li abbia trovati durante una battuta in mare, visto che tutti gli oggetti trovati nella sua abitazione venivano utilizzati per il trasporto di derrate alimentari dagli antichi velieri.
Secondo una prima ipotesi, potrebbe essere che il natante su cui erano trasportati sia colato a picco per cattive condizioni meteo-marine e che siano rimasti in fondo al mare per decine di secoli. Insieme ai reperti, che sono stati rinvenuti in discreto stato di conservazione, sono stati trovati anche altri frammenti fittili acromi di varie dimensioni, facenti parte di anfore e vasi, che sono stati giudicati molto interessanti dai funzionari delle Belle Arti. Il pescatore, che teneva in bella mostra dentro casa i reperti (forse ignaro della violazione di legge), è stato denunziato a piede libero alla procura della repubblica di Siracusa. L'operazione condotta dalle brigate di Pachino e Portopalo rientrano nell'ambito delle attività disposte dal comando provinciale a protezione del patrimonio culturale nazionale.
Maria teresa giglio
Fonte: LaSicilia.it il 16-09-2005 - Categoria: Cronaca
Titolo e analisi e conclusioni!
La mente collettiva......e la sociologia urbana, rurale e marina: ecco perchè il mio amato
Promontorio, la terra dove sono nato,il luogo del mio unico,soggettivo, momento di inalienabile legame affettivo,che nessuno potrà mai spezzare,(il legame è a "prescindere" dai "Tacchini": è ridotto cosi......
L'ignoranza regna sovrana... Ma come potrebbe essere il contrario se sono pochi (anzi pochissimi) coloro che diffondono la cultura? Se quei pochi stessi invece di essere agevolati trovano sempre numerosi (anzi numerosissimi) bastoni fra le ruote?
Il gruppo encomiabile (anzi encomiabilissimo) di Kalafarina e pochi altri ancora possono bastare a supplire al disinteresse ed all'assenza di Sovrintendenze, Province e Comuni?
Viva la cultura! (che viene lodata, Giovenale docet, ma muore di freddo...)