PACHINO - Un'altra giornata di sciopero generale, ieri, è stata indetta da Cgil, Cisl e Uil. Anche la provincia di Siracusa ha aderito in parte allo sciopero proclamato a livello nazionale per contestare l'impianto della legge Finanziaria e le scelte di politica economica del governo. Tra i manifestanti dipendenti del pubblico impiego, delegazioni di studenti e professori. A Pachino, invece, si è registrato un dato in controtendenza. Personale docente, insegnanti, professori, bidelli, alunni sono stati impegnati nel consueto svolgimento delle attività lavorative. Abbiamo svolto un sondaggio fra le scuole del territorio. All'istituto professionale per l'agricoltura non ha aderito alcun docente. La medesima situazione si è verificata al I° istituto comprensivo. Qui solo una piccola percentuale di insegnanti ha preso parte all'assemblea sindacale che si è svolta a Siracusa al teatro Vasquez. Per il II° istituto comprensivo una giornata di normale routine, lezioni regolari, nessuna carenza di insegnanti o di personale Ata. Una percentuale molto bassa ha aderito allo sciopero nel III° istituto comprensivo, così come al IV istituto.
Scarsa, dunque, la risposta delle scuole di ogni grado allo sciopero generale. Forse due scioperi fissati in un breve lasso di tempo hanno poco invogliato gli insegnanti ad una massiccia partecipazione. Al contrario, lo scorso 15 novembre nel Comune di Pachino era stata registrata una percentuale di docenti in sciopero pari al 50%. La manifestazione scorsa era stata caratterizzata inoltre da dissenso generale, da astensioni a scacchiera e da varie iniziative locali. Gli obiettivi richiesti dai sindacati sono sempre gli stessi: il contratto, un piano di investimenti, una scuola pubblica di qualità. Le organizzazioni confederali della scuola giudicano la situazione dei docenti, dirigenti scolastici e personale Ata contrassegnata da elementi di particolare gravità sul piano contrattuale, sul piano delle scelte economiche che il governo si appresta ad assumere e delle condizioni di lavoro. «Altre conseguenze - secondo la Cgil - sono il continuo svilimento irreversibile del sapere, e della crescita culturale del nostro Paese. In questa maniera si rischia la trasformazione della scuola in azienda». Per queste ragioni hanno deciso di avviare una mobilitazione articolata come prima risposta a questa situazione.
Miriam Giuliano
Fonte:
LaSicilia.it il 01-12-2004 - Categoria:
Cronaca