NOTO - (Maria Di Stefano) «L'ospedale di Noto non si chiude». Questo lo slogan che ha accompagnato il corteo di protesta che ieri mattina ha attraversato la città per concludersi davanti all'ospedale. A guidarlo il sindaco Corrado Valvo e i suoi colleghi di Rosolini Nino Savarino, e Portopalo Michele Taccone e l'assessore Pietro Scala in rappresentanza del sindaco di Pachino Paolo Bonaiuto. Alla protesta hanno partecipato anche i deputati regionali Enzo Vinciullo, Pippo Gennuso e Bruno Marziano, gli assessori provinciali Tino Di Rosolini, Franco Latino. Per Valvo la decisione di trasferire ad Avola i quattro reparti del Trigona è una «scelta scellerata e folle dettata solo da fattori politici». Ed ha aggiunto: «Noi siamo a favore del miglioramento della sanità ma no allo smantellamento del nostro ospedale per volere di qualche politico nascosto che vuole portare il nulla per poi far scomparire tutto». Il consigliere provinciale Massimo Prado ha detto di voler chiedere al governatore Raffaele Lombardo a cosa è valsa l'inaugurazione di qualche mese fa del reparto di ortopedia: «Presenteremo un esposto alla Corte dei Conti per sperpero di denaro pubblico - ha detto Prado - sperpero che ora l'assessore alla sanità Massimo Russo deve spiegarci».
Anche per l'ex sindaco Raffaele Leone «il problema è politico» poiché qualcuno ha voluto privilegiare Avola. I sindaci di Rosolini e Portopalo, e l'assessore Scala di Pachino hanno espressamente dichiarato di sostenere la città di Noto e la lotta per la sopravvivenza del Trigona perché più facilmente raggiungibile rispetto al Di Maria di Avola. Con Noto ed il Trigona si sono schierati anche i deputati Marziano, nativo di Noto, e Gennuso i cui figli sono venuti alla luce proprio al Trigona e Vinciullo il quale ha dichiarato che non si può permettere di fari chiudere l'ospedale di Noto dato che nessun presidio è stato chiuso in Sicilia così come non si può far chiudere Avola la cui efficienza è testimonia dalle percentuali trasmesse dall'Asp. «Bisogna chiedere un atto di giustizia per il territorio», ha dichiarato Gennuso che lunedì prossimo assieme ai suoi colleghi che hanno preso parte alla manifestazione e ai sindaci della zona sud si recheranno all'Asp per chiedere al direttore generale Franco Maniscalco come mai si sia cambiata idea facendo dietro-front rispetto al patto firmato lo scorso 28 dicembre dai sindaci dei 5 comuni a sud di Siracusa. «Perché non ha rispettato quel patto», chiede il sindaco Valvo a Maniscalco ed all'assessore regionale Russo. Quest'ultimo secondo il primo cittadino non tiene conto del fatto che al Trigona esiste l'unico elisoccorso della zona sud e inoltre che si sono spesi tanti milioni per attrezzare le sale operatorie ed alcuni reparti. Tra i manifestanti c'è stato chi ha espresso il proprio dissenso quando è stato fatto rilevare che la crisi sanitaria ha origini a livello nazionale e non regionale. L'assessore provinciale Latino che ha sottolineato l'impegno della Provincia Regionale a mantenere in vita sia il Trigona che il Di Maria.
Fonte:
gazzettadelsud.it il 02-10-2010 - Categoria:
Politica