PORTOPALO - Pesce che rimane invenduto, commercianti che chiedono ai pescatori di non conferire il pescato per carenza di domanda. Per il settore ittico prosegue il momento difficile ma stavolta lontano dai riflettori della protesta rispetto a quanto avvenne tra maggio e giugno scorsi con il caro-gasolio che portò numerosi pescatori a scioperare fino a Palermo. «Siamo in una fase in cui ci chiedono di rimanere fermi dentro il porto perché il pescato rimane invenduto. Non c'è mercato, è tutto un disastro. Nemmeno i ristoratori, che prima ti chiedevano il pesce fresco, lo vogliono», afferma un pescatore portopalese. Nei giorni scorsi una cassetta di gambero è stata pagata 25 euro: praticamente regalata. E' l'ulteriore conferma di un momento estremamente difficile, in cui il pesce non tira. Tempi di crisi, con le famiglie che tirano la cinghia per difficoltà economiche. E dalle scelte gastronomiche spesso la prima voce ad uscire è il pesce. Da pochi giorni i pescherecci sono tornati in mare dopo un mese di fermo biologico. Il gasolio non incide più come nei mesi scorsi (meno male) ma il livello di entrate resta paurosamente «asfittico». E in prospettiva la situazione non sembra volgere al meglio. I segnali di preoccupazione riguardano anche la crisi di liquidità che colpisce le imprese del settore. Nessuno è ormai disposto a far credito, né procrastinare di molto le spettanze.
«Se prima c'erano fornitori che aspettavano la fine del mese – afferma un operatore del settore – oggi questo non è più possibile perché le banche pressano e non si può pensare di rinviare di molto le entrate». Stesso discorso per il pagamento tramite assegni in cui si moltiplicano le richieste di attendere «un giorno di più» prima di versare il titolo di credito. «Se qualcuno si è illuso che le difficoltà siano finite con la previsione delle indennità di fermo pesca – afferma un armatore – è bene che si svegli perché qui la situazione è nera come la notte. Il prezzo del pescato è ai minimi termini, le prospettive a medio termine sono negative, i nostri margini di guadagno restano bassissimi. Ed in più quelli che prima ci facevano credito adesso vogliono essere pagati quasi subito perché le cose si stanno facendo difficili per tutti».
Il futuro immediato è all'insegna di previsioni al ribasso. La pesca, dall'ambito locale a quello regionale, da malato grave si avvia a diventare quasi incurabile.
SERGIO TACCONE
Fonte:
LaSicilia.it il 20-10-2008 - Categoria:
Economia