In Germania il lavoro della "Nautilus di Vibo"

La tragedia della “nave fantasma” è stata inserita nella più importante mostra d'arte contemporanea europea. Da sabato, infatti, a Kassel (Germania) le drammatiche immagini – filmate nel giugno dello scorso anno sul fondo del mare del Canale di Sicilia dalla Cooperativa oceanografica Nautilus di Vibo Valentia (su incarico di Repubblica ) – fanno parte dell'undicesima edizione di “Documenta”.

Il racconto della tragedia dei 283 clandestini cingalesi, indiani e pakistani annegati nella notte di Natale del '96 si snoda lungo un percorso di centocinquanta metri. Uno spazio occupato dai filmati della Nautilus, dalle mappe e dalle interviste attraverso cui viene documentata la più grande sciagura navale del Mediterraneo dalla fine della seconda guerra mondiale. Ciascun visitatore potrà scegliere il percorso da imboccare per ricostruire le tappe della tragedia che si consumò nelle acque del Canale di Sicilia a 19 miglia da Portopalo.

Una tragedia ritenuta “presunta” per oltre cinque anni e scoperta solo per la tenacia di Giovanni Maria Bellu, giornalista di Repubblica , che ha individuato il relitto con l'aiuto della Cooperativa Nautilus e del pescatore Salvatore Lupo. L'idea di inserire la vicenda della “nave fantasma” nella più importante mostra d'arte contemporanea europea è stata del gruppo Multiplicity di Milano che ha realizzato Use (Uncertain states of Europe), studio sulle città europee presentato a Bordeaux, Bruxelles, Tokio, Perth e alla Triennale di Milano. L'allestimento è stato curato da Multiplicity e da Bellu. «La storia di Portopalo – spiega l'architetto Stefano Boeri – rappresenta la prima puntata di una ricerca, denominata “Solid sea”, sulla trasformazione del Mediterraneo in un centro di traffici di uomini che non riescono più a incontrarsi».

E le immagini intercettate dal Rov (robot sottomarino) della Nautilus a 108 metri di profondità danno l'idea dell'orrore e della disperazione vissuta dai 283 clandestini annegati nella notte di Natale del '96. «Siamo orgogliosi di aver contribuito a far luce su questa vicenda – dice il dott. Raffaele Greco, presidente della Cooperativa Nautilus e della Fondazione Tommaso Giusti –; una vicenda che tutti, a cominciare dalle autorità italiane, hanno ostinatamente negato, nonostante le agghiaccianti testimonianze dei pochi superstiti. Ci auguriamo – aggiunge Greco – che la mostra di Kassel possa contribuire a creare quel movimento di opinione per il recupero dei resti delle vittime, come è stato auspicato nel convegno di Vibo

Valentia, organizzato dalla Fondazione Giusti lo scorso anno». Un incontro che risale al mese di luglio, nel corso del quale Mohamed Shabir, rappresentante dei familiari delle vittime, i senatori Tana De Zulueta e Nuccio Iovene e il giornalista Bellu lanciarono un appello per il recupero dei corpi delle 283 vittime del naufragio, al fine di consentire ai familiari di rendere loro l'ultimo e dignitoso omaggio.
Fonte: Gazzetta del Sud il 12-06-2002 - Categoria: Cultura e spettacolo

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