MARZAMEMI - (S.S.) Domenica scorsa, palazzo Viladorata a Marzamemi, era pieno di divise, berretti e documenti cartacei che ricordavano l'anniversario dello sbarco alleato. La mostra, curata da Francesco Caruso, è stata omaggiata da tanti visitatori, pachinesi e non, che hanno voluto cogliere un pezzo di storia e rivivere, almeno nei ricordi delle persone più anziane, i fatti dell'epoca. "E' una mostra molto espressiva - dicono i coniugi Calì, catanesi di origine ma, attualmente residenti a Rosolini -. Vedere tutti questi documenti porta indietro la memoria e mi fa venire un dubbio: a cosa è servita la guerra? L'unica cosa che posso rispondermi è che non è servita a niente, solo a fare morire innocenti, a distruggere case e paesi". La mostra ha ricordato l'anniversario dello sbarco alleato e la fine di un'estenuate guerra, tutto questo è accaduto, casualmente, proprio all'affacciarsi di altri drammi mondiali.
L'attentato a Londra di pochi giorni fa, lascia ancora una scia di dubbi e di angoscia, l'allarme terrorismo e la paura di una possibile nuova guerra, possono essere rappresentate nelle immagini che riempivano domenica il palazzo settecentesco. Quelle divise, quei baschi e quei mitragliatori, potrebbero rappresentare le sorti del mondo tra qualche tempo e, devono servire a farci ricordare che, in un angolo di mondo non molto lontano dal nostro, quelle divise si vendono tutti i giorni, e tutti i giorni si sentono i rumori degli spari con il risultato di vedere morire tante persone, uomini donne e bambini che non c'entrano niente con la guerra. Domenica, i pachinesi, hanno solo ricordato le stragi e i morti, qualcuno ha anche versato qualche lacrima, sfiorato dal pensiero che il proprio padre, in quegli anni era lì, a combattere in prima linea nel nome della libertà del proprio paese. La manifestazione di domenica è stata sobria nel suo stile e, ha voluto lanciare un segnale forte, quello di non dimenticare il passato per non commettere gli stessi, inutili, errori. Un messaggio di pace insomma anche se in mostra c'erano oggetti di guerra.
Fonte:
LaSicilia.it il 12-07-2005 - Categoria:
Cultura e spettacolo