In un’ala del Palmento di Rudinì antichi tesori recuperati in mare

In un’ala del Palmento di Rudinì antichi tesori recuperati in mare PACHINO - Una serie di reperti archeologici sono stati affidati dalla Soprintendenza del mare di Palermo al Comune di Pachino per essere catalogati, ripuliti ed esposti quale patrimonio in dotazione ai locali del Palmento di Rudinì. I reperti sono così entrati a far parte della disponibilità comunale. Si tratta di elementi architettonici rinvenuti nel sito subacqueo denominato «Marzamemi II» e fino ad oggi custoditi nei locali della Delegazione di Spiaggia della Capitaneria di Porto di Marzamemi. Nello specifico, si tratta di alcuni capitelli e pezzi di colonne recuperati in uno specchio d'acqua nei pressi della frazione di Marzamemi dove, recentemente, sono stati effettuati accurati sopralluoghi e il sito è tornato a essere oggetto di interesse da parte della Soprintendenza del mare d'intesa con alcune università americane. Il Comune di Pachino dovrà garantirne la conservazione e la salvaguardia. A prendere in consegna i reperti per conto del Comune di Pachino è stato l'esperto della casa municipale Guido Rabito che ha dato comunicazione dell'avvenuta presa in carico dei beni archeologici. Rabito sta anche curando il repertorio di una serie di beni in parte già esposti all'interno del Palmento di Rudinì dove si intende realizzare una vera e propria ala museale. Fanno già parte del patrimonio comunale alcune anfore o parti di esse sempre oggetto di ritrovamenti in scavo o ricerche archeologiche, ma anche cimeli di guerra, antichi meccanismi di comunicazione in dotazione all'Esercito italiano e altri oggetti che invece sono stati rinvenuti anche all'interno dell'antico palmento e che fanno parte della cultura contadina, trattandosi di arnesi un tempo utilizzati per la mostificazione o per la lavorazione del vino e delle uve.

All'interno del Palmento, peraltro, è possibile visitare anche una mostra fotografica che testimonia le varie fasi legate al recupero ed al ripristino dell'antico palmento acquistato e ripristinato con fondi europei legati al progetto «Ecomuseo del Mediterraneo» che ha permesso di restituire la struttura agli attuali utilizzi come centro museale, ma anche contenitore culturale di altissimo livello. Secondo i progetti dell'Amministrazione, dunque, arricchire i locali con reperti di natura archeologica rinvenuti sul territorio locale o nelle profondità marittime antistanti, non può che impreziosire e rendere ancora più interessanti e suggestivi i luoghi. La zona di Marzamemi e Vendicari è nota da tempo fra gli appassionati di archeologia subacquea. Fu Paolo Orsi uno dei primi a venire a conoscenza della presenza di colonne e di relitti in fondo al mare dalle testimonianze dirette di alcuni pescatori. Dopo di lui, negli anni ‘60 e ‘70 toccò all'archeologo Kapteen riportare alla luce altre testimonianze che tuttavia sono ancora oggi poco conosciute al grande pubblico.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 19-10-2012 - Categoria: Cronaca

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