Intesa tra Regione e Università per la ricerca e la valorizzazione dei vitigni antichi autoctoni
Una ricerca che affonda le radici nel territorio siciliano per recuperare e valorizzare i vitigni autoctoni. A cominciare da quelli antichi, che rischiano di scomparire. Un progetto ambizioso avviato dall' assessorato regionale all'Agricoltura e presentato al Vinitaly. La Sicilia possiede un patrimonio autoctono di grande interesse, con circa venti varietà di vitigni che contribuiscono a costituire i vini Doc dell'isola, cui deve essere aggiunto un numero imprecisato di «vitigni antichi», attualmente coltivati in modo sporadico. Per valorizzarli tutti, la Regione siciliana ha iniziato la collaborazione con le università di Milano e Palermo, e con l'Istituto Sperimentale per la Patologia Vegetale di Roma.
Gli studi serviranno a valutare la risposta agronomica, enologica e qualitativa dei vitigni in relazione al terroir e ad ottenere i cloni di vitigni autoctoni da iscrivere nelle liste delle varietà autorizzate. Superata questa fase, la Regione assisterà vivaisti e viticoltori, offrendo il materiale di base per la costituzione di nuovi vigneti. Per i vitigni Alzano, Barbarossa, Bottone, Gallo Bracaù o Grecaù, Dolcetta, Dunnuni, Grossonero, Maiolina, Mannella Nera Montonico nero, Nivureddu, sono previste le fasi di individuazione, raccolta e successiva conservazione in un campo collezione dove si verificheranno le potenzialità enologiche.
Fonte: LaSicilia.it il 10-04-2004 - Categoria: Cronaca