La scena che vigili del fuoco e personale dell'ambulanza si erano trovati di fronte era agghiacciante: la cabina del camion schiacciata e con essa il corpo straziato del povero Pasquale Agnello, autotrasportatore di Pachino, in provincia di Siracusa. A causare il terribile incidente, che aveva bloccato il traffico lungo l'autostrada Venezia-Padova era stato il moldavo Ion Josan, 43 anni, che ieri è stato rinviato a giudizio dal giudice per l'udienza preliminare Maria Carla Majolino. Le ipotesi di reato formulate dal sostituto procuratore Felice Casson sono omicidio colposo e guida in stato di ebbrezza.

Secondo la ricostruzione effettuata dalla polizia stradale, l'incidente fu dovuto proprio alle condizioni psicofisiche alterate di Josan, il quale si trovava al volante pur non potendo avere i riflessi pronti. Inoltre, le rilevazioni avevano provato che il suo pesante autoarticolato viaggiava a circa cento chilometri all'ora (contro un limite massimo di 80 per quel tipo di mezzo) sulla corsia riservata ai veicoli più lenti.

L'incidente era avvenuto nella notte tra la barriera di Villabona e l'uscita di Dolo. Il camion Scania condotto da Josan, appartenente ai Consorzi artigiani riuniti pugliesi, tamponò a folle velocità l'Iveco 190 al cui volante si trovava Agnello. L'impatto è stato violentissimo, tanto che la cabina del mezzo davanti rimase schiacciata per l'urto oltre che colpita da uno dei profilati metallici (pesanti 30 quintali l'uno) che Josan trasportava nel suo mezzo.

Quando i pompieri arrivarono sul posto dovettero faticare per aprire l'abitacolo ed estrarre il corpo del conducente. Prima di agire con i martinetti avevano dovuto domare anche un principio d'incendio. Con Agnello, morto sul colpo, viaggiava anche la moglie Corradina Cammisuli, di 59 anni, che riportò ferite, fratture e contusioni giudicate guaribili in un mese.