PACHINO - È stata una cerimonia toccante e sentita, quella che si è svolta nella chiesa del Sacro Cuore, per dare l'ultimo saluto a Gaetano Mollura, il trentanovenne originario di Messina ma che da anni viveva a Pachino, morto in mare sulla sua canoa in una tragica domenica pomeriggio. In chiesa in tanti non sono riusciti a trattenere le lacrime di fronte ad una tragedia che ha toccato tutta la città. La commozione ha coinvolto tutti, sia coloro che conoscevano Gaetano, sia coloro che non lo conoscevano ma che si sono sentiti di prendere parte al rito funebre. Per tutti la consapevolezza di un tragico destino a cui Mollura è andato incontro inconsapevolmente. E risuonano ancora, nelle orecchie di molti, le parole del vangelo di domenica scorsa a cui lo stesso Gaetano aveva assistito nella mattinata: «Vegliate, poiché non sapete né il giorno né l'ora». Lo stesso vangelo è stato scelto dai familiari del giovane per il rito funebre che è stato celebrato dal vescovo emerito Giuseppe Malandrino. Malandrino ha aperto la celebrazione con un richiamo forte alla fede, unica ancora di salvezza in questi momenti così difficili.
Una famiglia, quella dei Mollura-Girmenia, piombata all'improvviso dalla felicità al buio più profondo, dalla serenità del quotidiano alla tragedia. Il tutto forse per un'imprudenza, o forse un eccesso di sicurezza che ha portato Gaetano Mollura a spingere la propria canoa tra i flutti nell'ultima domenica di novembre. Lui, che da educatore e guida scout aveva sempre predicato la prudenza, che aveva esortato decine di ragazzini a non spingersi mai oltre ed a sapere valutare i rischi a cui la natura spesso espone, per un tragico gioco del destino è morto forse per una delle pochissime distrazioni che si concedeva, l'attività sportiva sulla sua canoa. Visibilmente sotto choc i familiari, affranti dal dolore, a cui solo la fede potrà essere di sostegno. Per tutti loro, ferventi credenti, una sola certezza: quella di rivedere e potere riabbracciare Gaetano nell'aldilà, e la certezza di una vita migliore, quella a contatto con un Dio i cui progetti spesso sono incomprensibili alla mente umana. Al termine la moglie Antonella Girmenia, ha raccontato gli ultimi momenti della vita passata insieme al marito, le ultime attenzioni, gli ultimi gesti compiuti, quasi come fossero una testimonianza di amore nei confronti della sua famiglia. Toccante anche la presenza degli scout che hanno animato l'intera celebrazione.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 01-12-2010 - Categoria:
Cronaca