Il presidente della Cia Giuseppe Politi interviene al Tavolo agroalimentare a Palazzo Chigi. Gli agricoltori devono operare in un contesto di certezze. Di grande importanza la Conferenza agraria del prossimo mese di novembre. “No” ai tagli del bilancio Ue per il settore agricolo.
“Non possono esserci ulteriori indugi. Occorre dare subito una svolta positiva. L’agricoltura italiana, che vive un momento di grande difficoltà e che risente pesantemente della recessione economica nazionale, deve avere precisi punti fermi sui quali poggiare un effettivo processo di sviluppo e di concreto rilancio della competitività”. E’ quanto sostenuto dal presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi al Tavolo agroalimentare a Palazzo Chigi.
“La prossima Conferenza nazionale sull’agricoltura e lo sviluppo rurale, in programma nel mese di novembre, rappresenta senza dubbio un appuntamento importante che la Cia ha sempre sollecitato, ma è necessario arrivarci -ha sottolineato Politi- preparati e soprattutto con idee chiare. Non vogliamo, infatti, che si risolvesse in una sorta di “passerella” o di bilancio del lavoro di questi anni. Dobbiamo andare oltre e operare con raziocinio. Oggi siamo chiamati a ridisegnare un progetto di agricoltura che ci permetta di affrontare, con adeguata capacità competitiva, le sfide di un’economia globalizzata”.
“La Conferenza di novembre -ha aggiunto il presidente della Cia- dovrà, quindi, necessariamente indicare obiettivi da realizzare in un arco di tempo definito e programmi realistici che dovranno essere verificati ogni anno. Insomma, dalla Conferenza dovrà scaturire un’azione incisiva, propulsiva e soprattutto condivisa nei confronti della quale le istituzioni nazionali e regionali e le rappresentanze agricole possano assumere le proprie responsabilità impegnandosi a realizzarla”.
“In tale contesto -ha rilevato Politi- si inseriscono i problemi legati al bilancio comunitario e all’applicazione della Politica agricola comune. Crediamo che sia interesse dell’agricoltura e dell’Italia mantenere il tetto di spesa delle risorse per l’Unione europea e rafforzare le competenze comunitarie. Ciò potrà contribuire sia all’adeguamento del nostro potenziale d’innovazione, sia alla crescita delle regioni in ritardo di sviluppo. È su questo tema che s’impone la massima chiarezza. Anche per questo motivo confermiamo la nostra contrarietà all’ipotesi di parziale rinazionalizzazione della spesa agricola. Questa scelta accentuerebbe gli squilibri all’interno dell’Ue e la condizione di precarietà delle risorse finanziarie a disposizione dell’agricoltura”.
Fonte: Greenplanet.net/Cia il 27-07-2005 - Categoria: Economia