L'amministrazione avvia la riqualificazione della stazione

PACHINO - Il piano di recupero dell'ex stazione ferroviaria sembra prendere corpo. L'amministrazione ha previsto infatti nelle variazioni di bilancio una specifica voce con relativa somma pari a 35 mila euro da destinare come quota di partecipazione per la formazione di una società per la trasformazione urbana. Pare dunque che ci sia in progetto la costituzione di una società pubblico-privato finalizzata alla rivalutazione della struttura appartenente alle ferrovie dello Stato. La compartecipazione dell'ente comunale non dovrebbe essere maggioritaria. Si darà dunque prevalentemente ai privati la possibilità di riqualificare al meglio l'area. Sulla questione pare che il sindaco stia da tempo lavorando e da quanto da lui dichiarato nella seduta del civico consesso, ci sarebbe l'accordo dei funzionari che si occupano della dismissione delle ferrovie in disuso. L'istituzione del capitolo di bilancio risulta dunque propedeutico per l'adesione da parte del comune al progetto. Proprio nell'ambito della seduta consiliare da parte del consigliere Spatola di Alleanza nazionale si sono registrate degli appunti in merito alla somma stanziata. Se infatti il progetto non può che essere condiviso, a destare qualche critica è stata l'entità della somma stanziata.

A parere di Spatola le cifre occorrenti per aderire alla predetta società dovrebbero essere di gran lunga inferiori anche alla luce del fatto che la partecipazione di enti pubblici dovrebbe essere limitata al 20% e che a compartecipare dovrebbe essere anche la provincia regionale di Siracusa ed il comune di Portopalo di Capopassero. Il progetto di riqualificazione della stazione nei mesi scorsi era stato oggetto di diatriba politica tra il primo cittadino e l'Udc. Il partito centrista infatti più volte aveva rivendicato la paternità di una concessione in comodato gratuito al comune dei locali dell'ex stazione ferroviaria. Un comodato però che pare non sia mai stato sottoscritto dato che il tempo di concessione veniva ritenuto dalla casa municipale troppo limitato e dunque tale da mettere a rischio la validità di un eventuale investimento comunale sull'immobile. Il recupero della stazione ferroviaria comporta inoltre anche delle difficoltà di carattere sociale. L'immobile infatti al momento risulta occupato da alcune persone che lo hanno trasformato in residenza privata intraprendendo persino un'attività. Nei mesi scorsi l'assessorato alle politiche sociali aveva elaborato un progetto che era destinato alla risoluzione del problema dell'occupazione dei locali individuando una soluzione alternativa per coloro che attualmente li occupano. L'operazione però non andò in porto per il diniego opposto dagli occupanti. Un eventuale progetto di riqualificazione per dare una destinazione di centro fieristico non potrà prescindere dalla realtà attuale.

Sa.Mar.
Fonte: LaSicilia.it il 04-12-2004 - Categoria: Cronaca

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Cronologia della storia e potesi di riuso area Stazione.


L'area dela stazione di Pachino venne costruita, unitamente alla tratta ferrovia da Pachino a Noto e consegnata ed inaugurata nel 1936, in pieno periodo fascista, tanto che in varie opere d'arte è possibile riscontare l'emblema del fascio.La ditta che vinse l'appalto fù la ditta impresa di costruzione "Signor Resta" di origine pugliese del quale ho conosciuto il figlio PierCarlo con il quale siamo anche amici e che vive a Firenze e al quale, in una discussione avuta sull'argomento ho chiesto se trova eventuali foto dei lavori che realizzo suo padre. La ferrovia fù indibbiamente un'oprea molto importante per la zona del Promontorio, tanto che oltre al vasto piazzale termonalee di testa dell'area della stazione vennero costruite le sottostazioni di Marzamemi, di Bimmisca dino poi ad arrivare alla stazione di Noto.Nel 1956 fù fondamentale e di molto aiuto operativo per la terribile grandinata che investi Pachino e che ruppe quasi tutte le tegole dell'abitato di pachino e fù allora l'opera inestimabile del sindaco Fortuna ad intervenire con sollecitudine, in seguito difficilemente rscontrata da parte di altri amministratori per portare vagoni carichi di tegole per riparare le case semidistrutte dei Pachinesi. Nello stesso tempo e con sempre maggiore uso la ferrovia fù ,unitamente al trasporto via mare per il trasporto delle ingenti quantità di derrate alimentari che venivano prodotte nel nostro territorio. Il prodotto che nel tempo ha assunto il primato è sttao sicuramente il tarsorto del mosto, concentrato sia nella stazione di Pachino che di Marzamemi per la conseguente costruzioni di altri magazzini in sostituzione di quelli che originariamente erano i magazzazini sul viale Starrabba quando il porticciolo della Balata era l'unica via di carico e di trasporto,prima della ferrovia,e porto di seconda classe con una nave che faceva spola fra Marzamemi e Siracusa ed altre località fino a Messina, delle nostre produzioni delle quali il mosto ha avuto un ruolo principale.Il funzionamento attivo del trasporto di merci e delle persone ha avuto prima un incremento negli anni settanta per gli operai che da Pachino ,una settantina di unità, avevano trovato posto di lavoro nella zona industriale di Priolo, accompagnati da un buon numero di studenti che al pullman delle ditte concorrenti locali Bonaiuto e un'altra che ora non ricordo trasportavano molti studenti per frequentare le scuole superiori fino alla metà degli anni 70. Nel 1976 con il ministro Signorile socialista pubbliese ne decise il taglio dichiarando la tratta Noto Pachino: ramo secco!!!
Si rimanda per approfondimenti al motore di ricerca interno a Questo sito e come sempre al mio modulino per trovare riscontro sull'ipotesi di riuso da me sostenuta e lanciata da tempo.Nella stessa è contenuta anche l'ipotesi di riuso che come sempre non trova, pur essendo attivamente impegnati politicamente sul territorio nessun riscontro oggettivo nella pianificazione strategica sia della Regione che della Provincia.

Saluti a scarto ridotto Spiors
Cronologia della storia e ipotesi di riuso area Stazione.


L'area della stazione di Pachino, venne costruita, unitamente alla tratta ferrovia da Pachino a Noto, e consegnata e inaugurata fra gi anni 1937/36, in pieno periodo fascista, tanto che in varie opere d'arte( ponti, fabbricati ecc..) è possibile riscontare l'emblema del fascio.L'impresa che vinse l'appalto fù la ditta di costruzione "del Signor Resta" di origine pugliese: del quale ho conosciuto il figlio Piercarlo con il quale siamo amici e che vive a Firenze e in una discussione avuta sull'argomento ho chiesto che se trovasse eventuali foto dei lavori che realizzò suo padre di farmele avere per poterle allegare alla memoria on-line dei miei siti sul Promontorio. La realizzazione della ferrovia fù indubbiamente un'opera di grande importanza per la zona del Promontorio: tanto che oltre al vasto piazzale terminale e di testa dell'area della stazione: furono costruite le sottostazioni di Marzamemi, di San Lorenzo di Bimmisca per poi arrivare alla stazione di Noto. Nel 1956, la ferrovia, fù fondamentale e di molto aiuto operativo per la terribile grandinata che investi Pachino che, abbattendosi con inaudita forza sulla fragile Pachino ne ruppe quasi tutte le tegole delle abitazioni più umili dell'abitato.E fù allora in quella infausta occasione che venne alla luce l'opera inestimabile del sindaco Gaetano Fortuna che intervenne tempestivamente presso le autorità, per fare arrivare vagoni carichi di tegole, per riparare le case semidistrutte dei Pachinesi. Nello stesso tempo e con il sempre maggiore uso la ferrovia fù incrementato-unitamente al trasporto via mare- il trasporto e commercializzazione dei prodotti alimentari di produzione locale. Il prodotto che nel tempo ha assunto il primato è stato, sicuramente, il trasporto del mosto, concentrato sia nella stazione di Pachino che di Marzamemi con la conseguente costruzioni di altri magazzini in sostituzione di quelli che originariamente erano i magazzini del vino sul Viale Starrabba: quando il porticciolo e la baia delle colombe e della Balata erano l'unica via di carico e di trasporto.Marzamemi e la sua baia era stata anche anche porto di seconda classe con una nave postale che faceva spola fra Marzamemi e Siracusa ed altre località fino ad arrivare a Messina. Il funzionamento attivo del trasporto di merci e delle persone ha avuto un incremento negli anni sessanta e settanta per il trasporto passeggeri, di cui molti operai che da Pachino, una settantina di unità, avevano trovato posto di lavoro nella zona industriale di Priolo. Accompagnati da scansonati e goliardici studenti che al pullman delle ditte concorrenti locali Bonaiuto e un'altra che ora non ricordo avevano preferito la Littorina. Nel 1976, il governo italiano con il ministro Signorile socialista pugliese ne decreto il taglio dichiarando la tratta Noto Pachino: ramo secco!!!


p.s.
Si rimanda per approfondimenti al motore di ricerca interno a questo sito e come sempre al mio modulino per trovare riscontro sull'ipotesi di riuso da me sostenuta e lanciata da tempo.

Nella stessa è contenuta anche l'ipotesi di riuso della ferrovia che, come sempre, non trova, pur essendo attivamente impegnati politicamente sul territorio: nessun riscontro oggettivo.

Sia nella pianificazione strategica regionale sia in quella della Provincia di Siracusa.


Saluti a scarto ridotto Spiros