PACHINO - Si trova a poco più di un centinaio di metri dalla famosa torre Scibini un Qanat di costruzione araba, edificato probabilmente durante il periodo medievale. Di origine persiana i Qanat sono dei tunnel sotterranei costruiti in leggera pendenza che servivano a captare l'acqua superficiale del terreno circostante. Si tratta quindi di perforazioni verticali nel terreno distanziate qualche decina di metri l'una dall'altra, che si ricongiungono tutte ad un tunnel orizzontale ricavato nel sottosuolo ad una profondità variabile. Furono per primi i persiani, sotto la guida di Ciro il Grande e Serse intorno al 500, 600 A.C., ad utilizzare queste ingegnose costruzioni che rastrellavano l'acqua dal terreno nelle regioni più aride, incanalata poi lungo i condotti orizzontali, l'acqua arrivava alle "gebbie", vasce di raccolta dalle quali il prezioso liquido veniva prelevato ed utilizzato. Gli arabi, qualche centinaio di anni dopo, resisi conto della ingegnosità della tecnica, la rilevarono dai vicini persiani per poi trasferirla in Europa durante il periodo di dominazione dell'antico continente. "Qanat" in Sicilia, "Madjirat" in Spagna, come del resto "Khottara" in Marocco, "Foggara" in Tunisia e Falaji" in Arabia Saudita, sono nomi differenti per indicare sempre la stessa struttura di approvvigionamento idrico che veniva adeguata dagli arabi alle diverse esigenze strutturali richieste dal territorio. "Tranne qualche appassionato locale come ad esempio l'architetto Spinello- afferma Saro Ardilio segretario dell'associazione studi storici e culturali che nei prossimi giorni pubblicherà su "Kalafarina", rivista ufficiale dell'associazione, un dettagliato articolo sulle origini della struttura - nessuno mai si è interessato a valorizzare questo tipo di costruzioni presenti nel nostro territorio".
Un'altra costruzione simile inoltre è presente in contrada "Xirbata" nelle zone tra Pachino e Portopalo, i condotti di areazione e raccolta dell'acqua però sono andati distrutti o sono stati coperti con pietre e massi, anche se ancora oggi è visibile l'abbeveratoio e la "gebbia" di raccolta dell'acqua. In entrambi i Qanat le pareti sono rivestite di pietrame unito alla malta dell'epoca mentre la volta è stata costruita con blocchi di tufo ed arenaria. Proprio la presenza del Qanat fa ipotizzare inoltre che l'attuale torre Scibini sia stata costruita sui resti riadattati di una più antica torre araba che probabilmente, vista la lieve pendenza del terreno della zona, sarebbe stata utilizzata verosimilmente come torre di innalzamento dell'acqua che attraversando i condotti sotterranei avrebbe potuto percorrere, in questo modo, una distanza maggiore e raggiungere i punti più isolati del territorio. Si tratta comunque di strutture antiche realizzate però con una tecnica di costruzione tuttora utilizzata specialmente nelle zone desertiche arabiche, dove queste costruzioni vengono ancora oggi impiegate per l'approvvigionamento idrico delle oasi.
SALVATORE MONCADA
Fonte:
LaSicilia.it il 03-05-2005 - Categoria:
Cronaca