MARZAMEMI - Gli arabi la chiamavano «Baia delle tortore»: Marsà al haman. Perché era da qui che questi uccelli passavano durante le loro migrazioni. E della dominazione araba, Marzamemi conserva un fascino di viottoli e scorci mozzafiato. Un paesaggio arricchito dalla storia e di cui resta protagonista il mare, con il suo odore salmastro e la sua aria rarefatta. Un borgo di pescatori trasformato in quest'ultimo decennio in un luogo di movida. D'estate, soprattutto, la frazione di Pachino è affollata da turisti provenienti da ogni parte e presa d'assalto dai ragazzi del comprensorio, ma anche degli altri Comuni aretusei. Alla suggestione del posto si affianca la presenza di pub e locali all'aperto; mercatini che si snodano nelle viuzze adiacenti alla grande piazza centrale, ristorantini e negozi dedicati all'arte siciliana e alla sue tradizioni. Così il borgo marinaro si trasforma nella mini-Taormina dell'ultimo lembo a sud dell'Isola.
Frequentarla, per i giovani del Siracusano, è quasi d'obbligo specie di venerdì e sabato notte. In pochi anni, passeggiare sulle basole a due passi dal mare, con lo sfondo delle barche e la musica dei locali è divenuta una moda. Al boom di Marzamemi ha dovuto far seguito una sistemazione urbana ad hoc, con ordinanze per la sua pedonalizzazione e posteggi periferici. Oltre che un maggiore controllo del territorio da parte delle forze dell'ordine. La movida rovinerà la magia di Marzamemi? Ce lo chiediamo osservando gli appassionati del posto. Coloro che qui, che sia estate o Natale, trascorrono le notti tra una risata e una chiacchiera ridestando quell'atmosfera di comunità che solo i piccoli centri riescono a conservare. Una genuinità di rapporti umani da difendere coma la malìa di questo borgo sospeso tra mare e cielo.
Isabella di bartolo
Fonte:
LaSicilia.it il 09-12-2011 - Categoria:
Cronaca