L’Apac onora le vittime della furia mafiosa

L’Apac onora le vittime della furia mafiosa PACHINO - Vent'anni di Apac (associazione pachinese anticrimine) nel ventennale della strage di Capaci dove persero la vita il Giudice Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Di Cillo. La nascita dell'associazione pachinese coincise con la strage che segnò l'Italia e le coscienze della maggior parte degli italiani. L'anniversario dell'Apac sarà celebrato il prossimo 28 maggio al cine-teatro Politeama di Pachino, alla presenza dei soci, delle Istituzioni comunali e provinciali, delle forze dell'ordine e delle scuole di ogni ordine e grado.
In coincidenza con l'anniversario della strage di Capaci, Giuseppina Ignaccolo, vicepresidente del consorzio universitario Archimede, ricorda entrambe le ricorrenze. «Si tratta, - ha affermato la professoressa Ignaccolo - di un'occasione per riflettere e ricordare e per non dimenticare tutte le vittime della mafia e tutti coloro che hanno perso la vita per un altissimo valore ideale di libertà. Certamente, - ha continuato la Ignaccolo - ricordare quanti si sono sacrificati, come il giudice Falcone, per difendere la giustizia, è un nostro dovere ma è insufficiente se il ricordo non è seguito dalla dovuta riflessione di una cittadinanza attiva dove il termine cittadinanza non implica solo condivisione di uno spazio geografico ma anche etico e culturale».

E' in questo senso che sembra innestarsi l'azione dell'associazione pachinese anticrimine presieduta da Nino Gullotta. Un'azione che vuole essere di partecipazione non soltanto nel settore del contrasto alla criminalità organizzata ma anche nell'organizzazione socio-culturale attraverso una pluralità di iniziative. «Appartenere ad una comunità, - ha aggiunto Giuseppina Ignaccolo, parte attiva dell'Apac - significa esercitare con responsabilità i diritti e i doveri sanciti dalla nostra costituzione, ma anche la riflessione è insufficiente se non è seguita da un'azione quotidiana, atta a combattere l'indifferenza, ogni forma di violenza, di abuso e di corruzione. E' importante fare buon uso della memoria, che non deve limitarsi al solo ricordo del passato ma deve stimolarci ad agire nel presente per una giusta causa. Stiamo attraversando un momento molto difficile, a tutti i livelli, economico, sociale, politico, amministrativo ed istituzionale. Pertanto, mai come oggi, occorre l'impegno di tutti, nessuno escluso, per vivere una vita responsabile, senza delegare gli altri, esercitando i diritti e i doveri di cittadini. E' il miglior modo per ricordare ed onorare tutte le vittime della violenza e della mafia».

SERGIO TACCONE
Fonte: LaSicilia.it il 23-05-2012 - Categoria: Cronaca

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