PACHINO - La produzione nei campi cresce, ma non abbastanza per consentire un recupero dei grandi cali del passato recente. E Pachino è in linea con i dati nazionali. Secondo Confagricoltura, servono politiche mirate per sviluppare le potenzialità che comunque il comparto dimostra d'avere. «Non dimentichiamo che il settore agricolo è troppo soggetto al mercato globale e alle tensioni dei prezzi delle materie prime e dell'energia, che si riflettono anche sui costi di produzione». L'analisi di Confagricoltura trova ampie conferme su quanto sostenuto dai vertici del Consorzio Igp «Pomodoro di Pachino».
Tra i punti nodali, il più importante riguarda la questione dei prezzi e dei costi, anche alla luce del recente accordo commerciale Ue-Marocco che immetterà sui nostri mercati prodotti ortofrutticoli a condizioni molto più vantaggiose rispetto a quelli italiani.
«In Marocco - afferma Salvatore Chiaramida, direttore del Consorzio pachinese - il fattore principale che concorre alla formazione del prezzo dell'ortofrutta è il costo della manodopera. I salari percepiti dagli operai agricoli nordafricani sono nell'ordine dei 5 euro al giorno per non dire del fatto che non esistono garanzie che la sicurezza alimentare sia basata su principi e procedimenti simili agli standard sanitari europei».
«Uno scenario devastante per l'agricoltura siciliana - aggiunge Chiaramida - in un momento già critico dal punto di vista economico e sociale e che avrà certamente un impatto catastrofico sugli agricoltori con ripercussioni drammatiche sull'occupazione. Una situazione - aggiunge Chiaramida - che per il comparto pachinese ha una sola via di uscita e si chiama: aggregazione». «Non esistono altre ricette: bisogna mettere da parte l'individualismo che ci caratterizza per porre in essere percorsi unitari di concentrazione dell'offerta e di strategie commerciali comuni. Perché così come siamo, piccoli e frammentati, non si va da nessuna parte. Solo unendosi si può cercare di affrontare le sfide che il mercato globale ci impone». In un comprensorio ad alta vocazione agricola di qualità, come quello pachinese, restano tante preoccupazioni, a partire dalla stretta creditizia. Aumentano le insolvenze con gli istituti di credito e per parecchi agricoltori, soprattutto organizzati in piccole e micro imprese, l'incognita riguarda la copertura dei costi minimi per partire nella prossima stagione. Da evidenziare un dato, fatto emergere da Confagricoltura: «Nel primo trimestre 2012, il prodotto interno lordo è diminuito dello 0,8% rispetto agli ultimi tre mesi dell'anno scorso ma il valore aggiunto dell'agricoltura è cresciuto, confermando la tendenza anticiclica del settore, unico a migliorare nel panorama nazionale. Un significativo recupero - si legge ancora nella nota - che però copre solo in parte le perdite contabilizzate nel tempo».
SERGIO TACCONE
Fonte:
LaSicilia.it il 16-05-2012 - Categoria:
Economia