L’arte dell’amicizia

L’arte dell’amicizia PACHINO - Pittura, poesia, cultura e personaggi di spicco. Pachino non offre molti spazi per favorire il fiorire dell'arte, però da più di 40 anni consce un instancabile duo, quello rappresentato dal maestro Salvatore Dugo e dal poeta Salvatore Cagliola. Amici da sempre, legati da un profondo rapporto personale, le vicende di Dugo e Cagliola hanno presentato motivi di intreccio ed un legame artistico a parere di molti indissolubile. «Erano gli anni sessanta, -ha affermato Cagliola- quando si andava con la mitica Vespa in giro per le campagne ed in riva al mare con le tele sotto braccio quasi a rubare i segreti della natura che Dugo riprendeva con l'arte del pennello e che spesso hanno ispirato anche me nei versi". Pittura e poesia, due forme diverse per esprimere nell'arte emozioni comuni, sensazioni profonde che solo l'animo di due artisti può penetrare ed estrinsecare. Ma l'arte, per Dugo e Cagliola, non è e non è stata solo pittura e poesia. "A diciott'anni abbiamo fondato la rivista "Il saggiatore junior" ispirata ad una ben più importante rivista, -hanno affermato-.

Si trattava di un numero unico che trattava di problemi locali e non. Da allora, -ha continuato Dugo- abbiamo iniziato un percorso insieme che continua tutt'oggi». Nessun artista, più di loro due si conosce a menadito e nessuno conosce meglio di Cagliola la pittura di Dugo come nessuno meglio di Dugo sa interpretare meglio la poesia del Cagliola. Prova ne è che a recitare i versi scritti dal poeta è spesso il pittore ed a presentare le personali di Dugo è proprio il poliedrico poeta. Si definiscono degli "Artigiani" l'uno della tela, l'altro della parola, entrambi premiati alcuni anni fa con l'acino d'Oro, il prestigioso riconoscimento che si assegna alle personalità di spicco di Pachino. Insieme amano raccontare un aneddoto realmente accaduto durante una loro escursione in riva al mare quando, armati di pennelli e tele andarono in spiaggia a dipingere. «A seguito di una folata di vento, -racconta Dugo- la mia tela finì proprio sul bagnasciuga riempiendosi di sabbia ed acqua. Chiunque avrebbe buttato il dipinto, ma io, su suggerimento di Cagliola, non lo feci, anzi ci dipinsi sopra. Quale materiale infatti è migliore se non proprio quello delle materie prime tutte naturali?»
E per il futuro? I due hanno rosposto: «Usando una frase di Neruda in futuro vorremmo poter dire "Confesso che ho vissuto" nel senso che abbiamo dato entrambi il nostro contributo all'arte».

Sa.Mar.
Fonte: LaSicilia.it il 30-12-2005 - Categoria: Cultura e spettacolo

Lascia il tuo commento
Cerca su PachinoGlobale.net