Giornata di relativa calma a Lampedusa dove i continui sbarchi di extracomunitari, almeno ieri, sembrano aver concesso una tregua. Tuttavia Capitaneria di porto e Guardia di finanza restano allertate: il mare calmo nel Canale di Sicilia lascia supporre che presto l’ondata di arrivi riprenderà. È tornata indietro, intanto, l’imbarcazione diretta a Lampedusa con circa cento profughi a bordo avvistata sabato da un aereo Atlantic della Marina. L’emergenza è invece scattata nella tarda serata di ieri nelle acque di Siracusa: un natante con 200 persone a bordo, avvistato a cinque miglia da Capo Passero, è stato intercettato dalla nave militare Perseo, ed è stato scortato e condotto a Porto Palo. Gli investigatori hanno individuato i due scafisti che sono stati fermati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. A bordo vi sono extracomunitari del Corno d’Africa, tra cui una decina di donne e bambini. Nessuno di loro ha ancora lasciato il natante: prima di scendere, infatti, devono essere sottoposti a controlli medici. Successivamente saranno identificati e condotti nel centro di prima accoglienza di Pachino. Intanto, sono stati trasferiti a Porto Empedocle 200 clandestini che erano ospitati nel centro di prima accoglienza di Lampedusa: raggiungeranno poi la struttura di Crotone. Proseguono anche le ricerche delle autorità tunisine dopo il naufragio, avvenuto venerdì scorso, di un barcone con circa 250 immigrati a bordo, partito dalla Libia e colato a picco nei pressi del golfo di Gabes.
Quattro motovedette dell’esercito hanno ancora perlustrato lo specchio di mare: il bilancio ufficiale della tragedia è di 41 superstiti, una cinquantina di corpi ritrovati e circa 160 dispersi. Ma le autorità locali ormai non nutrono più speranze di ritrovare in vita altri naufraghi: le avverse condizioni del tempo rendono difficili le operazioni di soccorso. I superstiti, provenienti da Mali, Ghana, Liberia, Somalia, Egitto, Marocco e Tunisia, sono alloggiati a Sfax. Straziante lo spettacolo dei resti dei corpi recuperati, in molti casi senza nome, allineati lungo la banchina dello scalo marittimo. Saranno fotografati, verranno prese le impronte digitali e poi saranno sepolti. In passato è anche capitato che qualche brandello umano sia finito nelle reti dei pescatori i quali raccontano storie che sembrano di altri tempi. Storie di pirati, disperati anche loro, costretti a vagare per mare e a fingere di chiedere aiuto. Quando vengono sottratti alle onde, obbligano i loro soccorritori a far rotta verso l’Italia o Malta. Sotto accusa è la Libia, il cui governo è sospettato di sostenere l’organizazione che gestisce il business dei flussi migratori clandestini: una strategia adottata dal leader di Tripoli, Gheddafi, al fine di alleggerire l’embargo internazionale che affama il Paese. E libici sono i sei presunti componenti della gang di scafisti arrestati su ordine della Procura di Agrigento.
Fonte:
Il Mattino On Line il 23-06-2003 - Categoria:
Cronaca