OVE IN LONTANE INTIMITA’ SI SPIEGA L’EREMO DEL BELLO
Per una interpretazione dell’opera pittorica di Rosario Fortuna
di Salvo Sequenzia
Dipingere senza disegno, col solo colore, in una visione dinamica degli spazi che prescinde dalle forme plastiche e dalle leggi prospettiche; sentire, del colore, i valori più evocativi, atmosferici e lirici. E’, questa, la cifra che distingue e qualifica il percorso creativo che Rosario Fortuna ci consegna in questa nuova mostra personale delle sue opere.
Non poco peso ha avuto, in tale percorso, la suggestione del paesaggio e soprattutto la magia irreale di Siracusa, città sospesa nella luce, tra acqua e aria, bionda di antiche pietre, cangiante.
Tema centrale della pittura di Rosario Fortuna è, dunque, il paesaggio, nella sua complessa stratificazione spaziale, temporale, storica ed antropica. Tema romantico, direi, che sta ad indicare un sentimento complesso di appartenenza dell'uomo al mondo, di radicamento nella terra anche quando più forte, ed anzi quanto più forte si fa la tensione verso l'ideale. Le tele di Fortuna rinviano, tra i possibili significati, ad una visione della natura come luogo della propria dissoluzione e – al contempo - della transizione. Della metamorfosi.
Si tratta, allora, di un paesaggio inteso come condizione d'esilio, come luogo della lontananza, in cui non solo l'uomo, ma la natura stessa, sono colti e recuperati nel momento del loro collasso, al loro irrimediabile occaso. Più precisamente, è un luogo dell'origine quello che l’artista evoca, coincidente con le ragioni stesse del fare dell'arte, e che conduce al disvelarsi dell'opera, alla sua illuminante verità, in cui si esprime la necessità ed il destino dell'uomo.
Per Rosario Fortuna l’opposizione storica tra natura e cultura risulta, in questa prospettiva, inattuale. Si delinea, anzi, nella sua opera, una nuova “cultura della natura” non arcadica o contemplativa, ma attiva e consapevole dei rischi di una crescita tecnologica irrispettosa del complesso habitat antropico, alla quale alcuni dei più significativi artisti del nostro tempo hanno dato, e continuano a dare, come accade per Rosario Fortuna, un contributo determinante.
In questo nucleo concettuale consiste la complessità dell'opera di Rosario Fortuna, la sua libertà, la sua bellezza, la sua irriducibilità ad ogni semplificazione, la sua mímesis attiva capace di ri-creare la materia, interpretandola e declinandola nel recupero simbolico dell’insula, luogo circolare, conclusus, separato – e perciò magico - ove in lontane intimità si spiega l’eremo del bello.
L'arte, per Rosario Fortuna, si dispiega come un'isola, un germoglio - uovo, loto, speculum - emerso alla superficie del mare, dell'indistinto primordiale, dell'indeterminato iniziale, sul quale dorme la divinità Artemide, oscura protettrice di Ortigia. L'isola dell'arte, nell’opera di Fortuna, rinvia anche all'immagine dell'Isola Centrale Emergente, che nella ricerca del Graal si chiama Monsalvat, cui si giunge solo dopo una navigazione o un volo, al centro spirituale primordiale che è l'Oceano delle Esistenze, il Mare delle Passioni o il Tempio Khmer di Neak Pean, situato al centro di un bacino quadrato, dove, secondo l'antica religione bramanica cambogiana si guariscono le malattie del corpo e dello spirito.
L'arte è, in questo senso, per Fortuna, un cammino verso la verità dell'essere, altrettanto quanto lo sono la filosofia o la religione; la sua meta e luogo di origine è il Regno dello spirito, della Grande Pace, della Thule - estremo limite e coscienza primordiale - echeggiata in Atlantide, nell'isola verde celtica, nelle isole bianche primordiali del Giappone; e, ancora, nell'isola di schiuma di Awa e nell'isola di cristalli di sale scesi dalla lancia di Izanagi di Onogorojima; in Albione, la bianca isola britannica dei misteri druidici.
In tal senso, le due costanti di riferimento della pittura di Rosario Fortuna, consistono in una memoria profonda, non patetica, né romanticamente effusa quanto piuttosto archetipale, primaria - e per qualche verso geologica - della "grande isola" dove egli è nato; e in una elaborazione moderna di quella raffinata sapienza tecnica dei materiali, a lui congeniale per sensibilità e per sperimentazione, che caratterizza in modo continuo e inconfondibile la cultura fattuale praticata dai grandi "artefici" siciliani della pittura contemporanea – primo fra tutti Guccione - all’incrocio tra espressioni diverse dello spirito mediterraneo, che si sublima in una poesia del colore e della visione, appassionata, vibrante, clamorosa e solare. Davanti alla quale noi tutti ci sorprendiamo, disarmati e sognanti, uomini postumi.
Scheda Tecnica
Oggetto: Mostra Personale
Titolo:"L'Eremo del Bello"
Autore: Rosario Fortuna
Presentazione: Salvo Sequenzia
Intervento: Lucia Arsì
Luogo: Avola-Salone di Rappresentanza del Palazzo di Città
Data: 05/10 Maggio 2008
Inaugurazione: 05 Maggio
Ore: 19,00
Patrocinio: Comune di Avola
Ass.Sport Turismo e Spettacolo
Organizzazione e Direzione Artistica: Corrado Brancato
Ingresso Libero
Info: 329.6198958
rfortuna@tiscali.it