A soli quindici giorni dal voto per le elezioni europee, scarso appare l'interesse dei pachinesi per l'importante appuntamento elettorale. Abbiamo chiesto alla gente cosa per loro significa Europa e come si stanno preparando per il voto. Il quadro che ne è emerso non è incoraggiante e Pachino sembra confermarsi lontano dall'istituzione Europea. Per Marco, 30 anni commerciante, «l'Europa è stata solo un'illusione momentanea, un sogno dal quale ci si è risvegliati con l'euro in tasca, il denaro che vale la metà e la gente che compra sempre meno nel tentativo di stringere la cinghia. Ci avevano detto che il commercio sarebbe stato avvantaggiato, ma al momento non posso che essere pessimista». Giuliano, studente universitario, 25 anni dice: «L'unità tra le nazioni è sempre auspicabile, quindi mi trova favorevole l'idea dell'Europa unita e dunque anche quella di avere dei rappresentanti che curano gli interessi di ciascuno Stato. Quest'unità però andrebbe anche dimostrata sul campo, cosa che non sempre viene fatta. Gli stati ad esempio non hanno preso una decisione unitaria sul conflitto in Iraq, per cui si hanno delle posizioni assai divergenti come quella dell'Italia che ha inviato dei militari, mentre la Francia non lo ha fatto, e la Spagna lo ha fatto ma ha deciso di ritirare la sua rappresentanza. Posizioni tutt'altro che unitarie dunque, che vanificano l'idea di per sé buona».
Sebastiano 75 anni pensionato invece dice: «Mi hanno chiesto il voto, ma io non so come votare. Mi hanno spiegato che addirittura posso votare tre persone diverse, ma non mi hanno detto se devo scrivere i numeri o segnare il nome sulla scheda. Non so proprio se andrò al seggio». Carla 30 anni, commessa, dichiara: «Non andrò a votare, non mi interessa. Ho sentito in televisione che i parlamentari europei a volte discutono per giorni e giorni per delle cose inutili. Qualche tempo fa volevano togliere addirittura la pizza cotta nel forno a legna. Roba da matti!». Giuseppe, agricoltore, 53 anni, dice: «E' importante anche perché mi hanno detto che fra qualche anno toglieranno i contributi agricoli che verranno dati ai Paesi che sono meno sviluppati, per cui aiuteranno loro e non noi. Dobbiamo eleggere gente in gamba che deve curare i nostri interessi, altrimenti non potremo andare avanti». Opinioni diverse dunque, come sempre in occasione di elezioni. Del resto è la forza della democrazia.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 29-05-2004 - Categoria:
Politica