PACHINO - Si è avvalso della facoltà di non rispondere l'ex assessore pachinese Giorgio Giliberto arrestato con l'accusa di concussione per avere incassato una mazzetta di 2.500 euro da un imprenditore che vantava un vecchio credito nei confronti del comune di Pachino. Giliberto, su consiglio degli avvocati Ettore Randazzo ed Antonino Cataldi ha deciso di non rispondere alle domande relative agli addebiti che gli sono stati mossi. «La decisione, -ha affermato l'avvocato Nino Cataldi- è stata determinata da una semplice strategia difensiva. Fino a quando non conosceremo il contenuto delle indagini condotte, è preferibile tacere». Secondo indiscrezioni le indagini, condotte dal Pm Claudia D'Alitto, sarebbero iniziate già dal mese di maggio scorso, e dunque subito dopo che lo stesso Giliberto fu nominato assessore dal sindaco Bonaiuto al posto del dimissionario Mandalà. L'indagine sarebbe scaturita dalla denuncia di un imprenditore che gestisce in regime di convenzione con il comune di Pachino un canile e che si occupa della cattura dei cani randagi ed abbandonati che vengono ricoverati nella struttura a spese del comune.
Intanto sembrano allungarsi i tempi per la sostituzione in giunta dell'assessore finito agli arresti domiciliari. Il primo cittadino Paolo Bonaiuto avrebbe deciso di far rasserenare gli animi, e solo dopo che il quadro sarà più chiaro, procedere alla nomina del nuovo assessore. Tuttavia la situazione politica potrebbe ingarbugliarsi qualora a dimettersi dalla sua carica sarebbe il consigliere comunale Giampaolo Giliberto, figlio dell'assessore finito in manette. L'ipotesi al momento sembra esclusa, ma per esigenze difensive del padre, anche il consigliere potrebbe passare la mano. A quel punto le porte del consiglio comunale si aprirebbero per Giuseppe Poidomani, attuale capo di gabinetto del sindaco ma vicino al neo movimento guidato da Giuseppe Ciavola e Nino Iacono.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 07-09-2010 - Categoria:
Cronaca