L'impegno degli studenti per la legalità

PACHINO - Giornata dedicata alla legalità ieri a Pachino, a cura del primo istituto superiore Michelangelo Bartolo. La giornata, organizzata presso il cinema politeama, conferma l'impegno che da tempo il corpo docente dell'istituto manifesta contro la mafia. Ospite d'eccezione Rita Borsellino, sorella del magistrato Paolo Borsellino che nel 1992 fu barbaramente ucciso dalla Mafia. Ad udire la testimonianza della sorella del magistrato oltre ai giovani del primo superiore e ad una rappresentativa studentesca di altri istituti, erano presenti anche il prefetto Francesco Alecci, il presidente dell'Ap Marziano, il sindaco di Pachino Sebastiano Barone, il presidente dell'Apac Nino Gullotta e numerose autorità delle forze dell'ordine. Coordinatrice dei lavori è stata Giuseppina Ignaccolo, docente del primo istituto superiore e consigliere provinciale. La giornata sulla legalità non è una novità per l'istituto superiore pachinese. Anche l'anno scorso era stata compiuta una esperienza dello stesso tipo ed aveva visto come ospite il procuratore aggiunto Caselli. Quest'anno è invece stata la volta di Rita Borsellino. Ovviamente il momento clou della giornata è stato quello in cui la sorella del giudice antimafia, sull'insegnamento del giudice Caponnetto, ha incontrato i giovani delle scuole per testimoniare la cultura della legalità. "E' necessario non rinunciare a combattere, -ha affermato nel suo intervento la Borsellino- ed in questo l'educazione alla legalità ha una importanza fondamentale.

Sarebbe opportuno tenere viva e rafforzare quella spinta proveniente dalla società civile che si determinò dopo le stragi di Capaci e di via D'Amelio, anche perché oggi di mafia non si parla quasi più come se non esistesse. È passata infatti l'idea, -ha continuato la sorella del giudice in prima fila nella lotta contro la mafia e diventata simbolo nella cultura della legalità- che il fenomeno mafioso fosse non più presente. Sappiamo tutti che non è così, anche perché le tracce del fenomeno mafioso sono evidenti, solo che la mafia ha cambiato aspetto ed ha scelto nuove strategie, dato che per lei risultava controproducente continuare con le stragi che suscitavano la reazione delle forze dell'ordine. Oggi la mafia preferisce il mondo degli affari e dell'economia riuscendo anche a penetrare nei canali istituzionali ed esponendo lo Stato ad un grave pericolo, un pericolo che i giudici non mancano di segnalare con forza ritenendo la riforma della magistratura un'arma in meno nella lotta contro il fenomeno malavitoso.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 04-12-2004 - Categoria: Cronaca

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Giudice Antonino Caponnetto,presente.

Ho avuto modo di conoscere il giudice Antonino Caponetto attraverso la sua azione di coraggio come coordinatore del pool antimafia che volle istituire a Palermo a seguito dei gravissi eventi che funestarono la Palermo degli anni che determinaro l'assassinio del giudice Rocco Chinnici.Un uomo di origine siciliana che da ragazzo abbandonò la sua terra di nascita molto giovane. Ha svolto la sua carriera da magistrato, nella prima parte della sua vita, in Toscana, a Pistoia e Firenze.Ins eguito a quesi fatti che riguardarono Chinnici improvvisamente dedice di venire a Palermo ad istituire il pool antimafia con Borsellino e Falcone. E il qualunquista si chiede a bocca aperta: ma chi gli l'ho ha fatto fare? Ho conosciuto il giudice Caponnetto dopo che è tornato nella sua Firenze e quando si muoveva, super scortato, sentivo sotto casa le sirene delle macchine di scorta dopo il tragico eccidio di due valorosi e inestimabili uomini siciliani: i giudici FALCONE E BORSELLINO.Ho visto la costernazione del Giudice quando questi due uomini furono trucidati. Ho rivisto quest'uomo, in corteo, quando all'una di notte di una sera d'estate del 1992 un boato terribile scosse la città di Firenze, ma le mie forze erano cosi flebili( mi ero alzato alle cinque per recarmi in un cantiere fuori regione) che mi addormentai qualche minuto dopo, mentre mia moglie nNdia fu una delle prime dottoresse della Fratellanza Militare che intervennero a soccorso per l'autobomba degli uffizi. Ho approfondito la conoscenza del Giudice Caponnetto attraverso l'azione che conduceva nelle scuole per la legalità come valore: accompagnato sempre da Salvatore Calleri: un ragazzo di Firenze di origine siciliana la cui nonna materna, appartiene alla famiglia Costa ramo Catania, ma che era nata a Pachino. Ho avuto modo di conoscere la moglie del Giudice Caponnetto, Signora Elisabetta, perchè vive nel mio quartiere e con Salvatore ed altri amici è stata creata la fondazione Antonino Caponnetto. Ho collaborato per quello che ho potuto e sono sempre vicino alla Fondazione perchè il giardino, sul Lungarno del Tempio, dove vado con il mio bambino Lorenzo: è stato a Lui giustamente ed orgogliosamente titolato. Ho costruito in piccolo sito nell'occasione della solenne cerimonia della scopertura di un piccolo monumentino per il giudice Caponnetto. Ho conosciuto l'affetto e la gentilezza della moglie che sapendomi di Pachino mi ha chiesto se potevo fargli avere dei semi di ciliegino che con grande costernazione, quando sono venuto in estate a Pachino, non ho potuto trovare.Sono qui ad avvissarvi,ad enti, scuole ed istituzioni che se volete invitare a Pachino la Signora, per testimoniare, in qualche altra occasione dedicata alla legalità: che potete mettervi in contatto anche direttamente attraverso il sito della fondazione, che qui vi allego. La signora sarebbe davvero felice e solidale a partecipare a una manifestazione per la legalità: gli l'ha lasciato detto il suo Antonino(nostalgico siciliano) di continuare la sua lotta per la liberà....e la legalità!!!

Saluti legali. Spiros

www.antoninocaponnetto.it