L'allarme della Coldiretti: «Necessaria l'etichetta con l'indicazione della provenienza sul rosso vegetale e su tutti suoi derivati»
ROMA - L'Italia invasa dal pomodoro cinese. E ancor più dal suo concentrato. Con due problemi immediati: il primo, quello di avere in tavola scatolette di pomodoro con il marchio «made in Italy» mentre invece si tratta di prodotto cinese, semilavorato in Cina e poi trasportato via container in Italia e qui rilavorato, diluito etichettato e messo in vendita come prodotto nostrano. Il secondo: il rischio di perdita del raccolto. Il cinquanta per cento del pomodoro prodotto in Italia nel 2005 rimarrà nei campi e non verrà raccolto a causa dell'invasione del prodotto semilavorato cinese che ha abbattuto i prezzi.
L'anno passato circa 150 mila tonnellate di concentrato di pomodoro sono arrivate dalla Cina, per un valore di 62 milioni di euro entrati nelle casse del Paese asiatico. Numeri che fanno pensare a una «invasione» . E il presidente della Coldiretti Paolo Bedoni lancia l'allarme: «E' necessaria l'etichetta salva pomodoro italiano».
La coltivazione nazionale è a rischio e per salvare la produzione bisogna garantire condizioni di trasparenza, aggiunge la Coldiretti. La pericolosa invasione è stata possibile per la mancanza di chiare indicazione di provenienza.
L'etichetta salva pomodoro - secondo Bedoni della Coldiretti - è l'unica arma a nostra disposizione per rilanciare il settore e permette ai consumatori di scegliere in maniera consapevole che cosa mangiare. Il prodotto preparato con pomodoro italiano e i suoi derivati avranno una denominazione differente da quello che è solo lavorato in Italia
Il governo aveva assunto un mese fa l'impegno di convocare una tavola rotonda per rendere obbligatoria l'etichetta; il ritardo nel rendere obbligatoria questa norma, potrebbe minacciare anche il raccolto di quest'anno già a rischio.
Il Ministro delle Politiche agricole Gianni Alemanno ha risposto convocando per giovedì prossimo la tavola rotonda in cui discutere della filiera del pomodoro e trovare una soluzione ai problemi del settore.
Dall'Europa arrivano segnali che vanno nella direzione della tutela del prodotto interno, in questo caso protagoniste sono le piante. Sitratta dell'iniziativa «passaporto verde» che attesta lo stato di salute delle piante al fine di impedire la diffusione di organismi nocivi.
Fonte: Corriere.it il 24-08-2005 - Categoria: Economia
Sono 37 anni che risiedo in Canada,e mi ricordo a quei tempi quando ero a Pachino e si trovava un pezzo di pane non si guardava l'etichetta della provenienza o chi lo aveva fatto,ma si buttava nello stomaco ( il quale era contento di macinare qualcosa)adesso con tutta questa caciara che circola riguardo a queste etichette di provenienza pensate che e' lo stomaco a scegliere il prodotto di provenienza oppure e' un frutto della mente umana a confondere le idee del popolo Italiano? Grazie .