Quarto libro di Corrado Arangio, il secondo dopo la sua morte avvenuta nell'agosto del 2002. Il giornalista pachinese, definito di recente dalla rivista letteraria Stilos, "etnografo locale", prima della sua scomparsa aveva ultimato la sua nuova fatica letteraria che avrebbe seguìto in ordine temporale il libro sulle ingiurie di Pachino che tanto successo ha riscosso nel comune pachinese e tra gli emigrati in Canada. Arangio continua quindi a far parlare di sé, anche dopo la conclusione della sua parentesi terrena. Prerogativa questa che spetta solo a poche persone. La voce giornalistica per eccellenza di Pachino, già nella premessa al libro, chiarisce il perché di questa sua nuova pubblicazione. "Non si tratta della storia della Chiesa Madre di Pachino - scrive Arangio - ma di un insieme di notizie ricavate da documenti ufficiali, atti pubblici e corrispondenze epistolari". L'autore, confermando il suo tratto tipico del cronista fedele alle fonti, ha attinto per il libro dall'archivio privato di monsignor Simone Sultano, che fu il primo parroco della Chiesa Madre. Di questo uomo di chiesa Arangio ne sottolinea anche la vicinanza al regime fascista ed il processo che subì dopo essere stato arrestato all'età di 76 anni (l'8 marzo del 1939) su ordine di cattura emesso dal procuratore del Re di Siracusa ed in seguito alla denuncia di una signora, per vicende relative alla celebrazione di un matrimonio.
Partendo dalla prima metà del 700 e dal principe Gaetano Starrabba, Arangio conduce il lettore in una serie di notizie, riferimenti storici, bibliografici, ricerche d'archivio e documentali, portati avanti con il rigore tipico del giornalista avvezzo a muoversi nei meandri della cronaca locale. Tratto identificativo, questo, dell'attività professionale e letteraria di Corrado Arangio. L'autore allarga quindi il discorso sulla figura dei due vescovi netini, Giovanni Blandini e Giuseppe Vizzini. Nell'ultima parte Arangio parla di monsignor Spiraglia e del suo mezzo secolo di sacerdozio, fino alla morte. Dal dicembre del 1927, quando Spiraglia arriva a Pachino, alla parrocchia Madonna di Pompei, alla dipartita del parroco, datata febbraio 1989. In quell'occasione venne trasmesso in diretta radiofonica il messaggio di Corrado Dipietro, vice direttore della "Ras", la radio di Corrado Arangio. Un interessantissimo corredo fotografico completa ed arricchisce un libro che merita di essere letto. Un omaggio, l'ennesimo, di Corrado Arangio a Pachino, la sua città che fin qui, a dire il vero, sembra essersi dimenticata di lui.
Sergio Taccone
Fonte:
LaSicilia.it il 09-10-2004 - Categoria:
Cultura e spettacolo