VENDICARI - (c.a.) Fra le case dei pescatori campeggia quella del rais o comandante, una figura di primo piano a cui spettava il compito di dirigere la pesca. Di solito il rais era il marinaio più pratico, un vero direttore della pesca, spiega Gaetano Malandrino, autore di uno studio sulla tonnara di Vendicari. A lui spettava il compito di scegliere ed indicare il punto esatto dove «cunzari a tonnara», la trappola, il complesso di reti e porte in modo da formare un vero edificio sottomarino, suddiviso in tante camere, una di seguito all'altra. Quando tutto era pronto il rais ed i pescatori aspettavano che i tonni durante la fase migratoria riproduttrice passassero per indurli con vari inganni a entrare nella tonnara. All'apice della mattanza, quando i tonni erano fatti entrare nell'ultima camera, della morte, il rais ordinava di mollare i cavi della porta e chiudere la rete gridando: «A nomu di Diu, modda!». Cominciava la mattanza che da quel momento era vissuta come una festa. Il rais intonava la cialoma per scandire il ritmo per il tiro delle reti. Man mano che i pescatori tiravano i cavi, la tonnara si restringeva ed i tonni erano costretti a guizzare fuori. Era il momento di uncinarli, tirarli sulle barche e portarli nella fabbrica per la lavorazione. Oggi la tonnara di Vendicari non c'è più e nemmeno l'ultimo rais: l'avolese Orazio Caldarella.