PACHINO - «Disponibili a discutere per il bene della città, ma nessun accattonaggio politico né alcuna richiesta di assessorato». E' stato lo stesso leader dell'Udc Pippo Gianni a dettare la linea politica del suo partito a Pachino dopo le vicende che hanno portato all'arresto dell'assessore Giorgio Giliberto e allo stato di crisi della compagine politica che sorregge il sindaco Paolo Bonaiuto. L'Udc di fatto torna all'opposizione, smentendo quanto sostenuto in occasione del voto al bilancio che aveva sancito l'ingresso del partito centrista nella coalizione di governo della città. «Della vicenda giudiziaria che ha coinvolto Giliberto non parliamo, - ha esordito Gianni - poiché non ci interessa. Dal punto di vista politico lo stato di crisi dell'Amministrazione è sotto gli occhi di tutti. Noi dell'Udc siamo disponibili a collaborare per risolvere i problemi di Pachino che sono tanti e gravi.
Se il sindaco ha bisogno di noi non ha che chiedere. Tuttavia nessuno, nell'Udc, è pronto a chiedere elemosine o farne una questione di poltrone. Noi non siamo i fratelli minori o i cugini poveri della politica». Gianni è chiaro e determinato. «La linea politica a Pachino, la detto io, e nessuno può spendere il nome dell'Udc senza che prima abbia avuto la mia approvazione. Noi siamo a disposizione del sindaco e non della coalizione». Attorno a Pippo Gianni c'erano gli aderenti di sempre e nuovi simpatizzanti. Nutrito anche il gruppo di Portopalo, venuto a dare sostegno al loro leader. «E' evidente che il sindaco in questo momento è ricattato da chi non vuole che si assegni qualsiasi altro incarico -, ha continuato Gianni- così la fetta a loro riservata sarà maggiore. Ma noi facciamo politica e non accattonaggio».
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 12-09-2010 - Categoria:
Politica