PACHINO - L'Udc e il sindaco, che di recente ha aderito al partito centrista, ai ferri corti. Una riunione, nella tarda serata di giovedì, conferma un dato: i rapporti all'interno della maggioranza restano tesi e a questo punto sono aumentati gli scettici circa la soluzione in tempi brevi di una crisi che potrebbe portare dritto alle elezioni amministrative per collasso di una coalizione senza capo né coda. Ma perché questo scontro tra l'Udc e Barone? Stando a fonti bene informate la posizione palesata da Turi Magro, il dirigente del partito che ha incontrato insieme ad altri esponenti il primo cittadino per fare il punto della situazione dopo l'azzeramento, avrebbe mandato in tilt proprio Barone. Quali i motivi? L'ipotesi di un'eventuale mancanza di quadratura sul nuovo assetto della giunta dopo l'azzeramento. L'ipotesi del sindaco, un assessorato a testa ai partiti e tre tecnici scelti da lui, avrebbe trovato reazioni tiepide da tutte le parti. Rinascita, An e la stessa Forza Italia infatti vedono come fumo negli occhi questa soluzione che metterebbe nell'esecutivo tre uomini del sindaco, troppi anche secondo l'Udc. Che tra l'altro rischia di trovarsi alla fine con una rappresentanza in giunta dimezzata poiché è probabile che gli alleati (o presunti tali) faranno pesare non solo l'adesione del sindaco all'Udc ma anche le nomine all'Ato e nella carica di difensore civico di esponenti scelti proprio dal partito centrista. A questo proposito si segnala una diatriba piuttosto accesa tra il vice presidente del consiglio comunale, Salvatore Francavilla, e l'ex assessore (e componente attuale dell'Ato) Carmelo Orlando. Altre nubi quindi si addensano sopra il sindaco che dovrà trovare la via d'uscita ad una situazione che non sembra proporne tante. Il rischio è di un empasse continua che potrebbe paralizzare anche l'operato del consiglio comunale che del resto in questa prima parte di legislatura ha avuto un funzionamento ad intermittenza per la mancanza, in molti casi del numero legale.

l. s.