PACHINO - Congresso in vista per i Democratici di sinistra pachinesi. Dopo l'estate potrebbe esserci anche un cambio alla guida del partito leader della sinistra cittadina. Pare infatti, si tratta di indiscrezioni, che il non eccelso risultato alle ultime amministrative abbia acuito la fronda interna nella "quercia" pachinese che alle elezioni si è salvata in extremis dal crollo riuscendo a portare in consiglio comunale un suo rappresentante, Roberto Bruno, oltretutto eletto vicepresidente del civico consesso. Ma l'elezione di Bruno e il conseguente accordo programmatico tra i Ds e il sindaco Campisi non avrebbe soddisfatto la base del partito che chiederebbe di andare a congresso per eleggere il nuovo segretario. Per l'attuale numero uno della sezione "Gramsci", Salvatore Borgh, potrebbe dunque essere arrivato il momento del "redde rationem". Dopo l'ottimo riscontro nelle elezioni regionali, alle amministrative di giugno il partito non è riuscito a fare breccia nell'elettorato, come sperato dai vertici diessini. Tra una parte dei tesserati sarebbe quindi partita la richiesta di andare a congresso, probabilmente a settembre, per eleggere il nuovo segretario. Tra l'altro Borgh, alle amministrative, ha riportato un risultato personale piuttosto deludente. E questo malgrado una visibilità mediatica, nell'arco del quinquennio precedente, molto consistente, agevolata dai dissidi e dalle sfaldature che si aprivano, a ritmo continuo, nella coalizione che sosteneva l'allora sindaco Sebastiano Barone.
Le amministrative di giugno hanno poi ribadito che a Pachino il ruolo dei partiti è secondario rispetto ai movimenti. Oltre a Rinascita, che rappresenta la principale realtà civica, c'è il buon riscontro di altri movimenti (Forza Agricoltori e Primavera Pachinese) che ha ribadito questo dato. Chi auspicava una fine dei movimenti e un loro confluimento all'interno dei partiti tradizionali (Roberto Bruno scrisse un'analisi in un sito web, qualche tempo fa, che andava in questa direzione) è stato seccamente smentito dal corpo elettorale, unico arbitro della situazione. Ad essere in crisi sono proprio i partiti. Basta vedere i cocci rimasti all'interno di Forza Italia e Udc, dopo lo tsunami elettorale dell'11 giugno. E non è da meno la crisi perenne che si registra dentro Alleanza Nazionale, trasformatosi ormai in un partito di "battitori liberi" che decidono strategie e linee politiche al di là delle indicazioni delle segreterie. Resta un dato: la chiarezza del sindaco Campisi che ha già messo dei paletti precisi su possibili nuovi allargamenti della maggioranza. I trasformisti, stile quinquennio precedente, almeno in questa fase non avranno spazio.
SERGIO TACCONE
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LaSicilia.it il 25-07-2006 - Categoria:
Politica