MARZAMEMI - Si è chiuso con il trionfo del film «Il matrimonio di Tuya» del regista Wang Quan'an, e con una menzione speciale all'attore Raoul Bova la settima edizione del «Festival internazionale del Cinema di Frontiera» di Marzamemi. Si è trattata di un'edizione dai grandi numeri, quella appena conclusa, che consegna alla storia della cinematografia italiana un festival ormai maturo ed un appuntamento di fondamentale importanza nell'ambito della cinematografia italiana ed internazionale. Nella splendida cornice di piazza Regina Margherita la cui pavimentazione è stata interamente rifatta, il Festival del Cinema di Frontiera è riuscito ad attrarre turisti e visitatori facendo segnare un vero e proprio record di presenza all'interno del borgo marinaro. Stregati da film non comuni che segnano il «cinema indipendente», sono stati migliaia i visitatori presenti.

Un boom che ha conquistato la ribalta nazionale e internazionale grazie anche ai servizi curati da importanti testate radiotelevisive che hanno seguito il festival in tutte le sue fasi e sfaccettature. La serata clou è stata quella di sabato quando il borgo marinaro era gremito all'inverosimile. Un successo arrivato in un momento quasi insperato, quando la stagione veniva considerata in forte calo. L'evento cinematografico, dunque, ha creato un effetto traino di notevoli proporzioni trasformando Marzamemi in cittadella del cinema, dove per l'intera settimana la programmazione del festival ha tenuto banco. Ma ad avere successo state anche i corti del cortile arabo e del palazzo di Villadorata e le ormai celebri «Chiacchiere sotto il fico» dove a primeggiare è stata la cultura non solo cinematografica.
Da ieri sera, smontato il telone e portato via il proiettore, la piazza di Marzamemi è sembrata più vuota e più sola, così come più soli sono i marzamesi, nell'attesa della prossima edizione che accenderà ancor più le luci della ribalta sul borgo arabo, sala cinematografica a cielo aperto.

Sa.Mar.