La Coldiretti invoca a gran voce la rintracciabilità del prodotto

Il consumatore acquista il pomodorino di Pachino e invece si ritrova sulla tavola un prodotto proveniente dal Marocco. Crede di gustare un verdello siracusano senza sapere che si tratta di un agrume tunisino. I produttori siracusani sono in lotta con il mercato estero e rivendicano una legge che garantisca la "rintracciabilità" delle produzioni nostrane. Ortaggi e agrumi di altissima qualità, ottenuti seguendo scrupolosamente le norme Cee sul trattamento degli antiparassitari e sulle altre regole di coltivazione che fanno schizzare i costi produttivi in alto. Insomma, a turbare il sonno degli operatori del comparto non c'è solo l'imminente pagamento dei contributi previdenziali, sollecitato dall'Inps di Siracusa, in questi giorni, ma anche la lotta impari con il mercato estero. Una concorrenza sleale. Paesi in via di sviluppo del Mediterraneo, infatti, praticano prezzi più bassi che fanno gola ai rivenditori ma che poi, una volta giunti sul mercato al dettaglio, si confondono con i prodotti locali e pur se estremamente differenti in ordine alla qualità, costano allo stesso modo. «Non esiste nessuna tutela per i prodotti tipici locali - rileva Nino Gozzo, presidente provinciale della Coldiretti - il consumatore è convinto di acquistare un agrume o un ortaggio prodotto nel siracusano e invece si ritrova sulla tavola un prodotto che proviene da altri paesi.

Un particolare non insignificante quanto a qualità. Basti pensare che, se in Italia , antiparassitari come il Ddt sono stati banditi fin dal 1960, in alcuni paesi, lo stesso viene ancora largamente usato e questo naturalmente va a discapito non solo della qualità del prodotto ma anche della salute di chi lo consuma. La merce - specifica ancora Gozzo - viene acquistata però allo stesso prezzo di quella locale e sul mercato si fa una gran confusione in cui a rimetterci è il produttore locale ma anche, e soprattutto, il consumatore». La Coldiretti sta tentando di ottenere "L'indicazione obbligatoria nell'etichettatura dei prodotti alimentari". L'organizzazione di categoria ha raccolto, a questo scopo, più di 8.000 firme nel siracusano, tutte rigorosamente autenticate dalle pubbliche amministrazioni, che a settembre, si uniranno alle altre (un milione in tutta Italia) e approderanno, infine, alla Camera dei Deputati per sollecitare una legge in materia.
G. Am.
Fonte: LaSicilia.it il 15-08-2003 - Categoria: Economia

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