La comunità portopalese ha ricordato ieri tutti i naufraghi in mare

PORTOPALO - Una cerimonia molto sobria e di alto valore civile e religioso all'altare di San Paolo. Così la comunità portopalese ha ricordato ieri tutti i naufraghi in mare in occasione del settimo anniversario del "Naufragio del Natale '96". Quelle 283 vittime di sette anni fa sono stati onorati insieme alle vittime del sommergibile "Sebastiano Veniero" (54 morti in una collisione tra un il mezzo della regia marina ed una nave mercantile nell'agosto del 1925) e a tutti i morti nel Mediterraneo. «Nel nostro mare - ha affermato il parroco Calogero Palacino - molte vittime rimangono senza nome e noi vogliamo ricordarle tutte, con la pietà cristiana ed umana che ci deve contraddistinguere». Sono stati letti, nel corso della cerimonia, svoltasi alla presenza di un pubblico molto attento, alcuni passi che hanno rievocato sia la tragedia del Veniero che quella del Natale '96. Il parroco di Portopalo ha ricordato la figura di San Paolo, naufrago a Malta e transitato nelle coste della Sicilia sud-orientale prima di arrivare a Roma.

Inevitabile un riferimento alla comunità locale alla luce delle cose che si sono dette e scritte sulla tragedia di sette anni addietro. "C'è stato chi ha dipinto Portopalo come un paese di cannibali - ha aggiunto don Palacino - ed altri, in Germania, che ci hanno considerati come un villaggio sperduto in una terra fredda ed arida. In questo modo si sono dimenticati persino dei morti, dando una rappresentazione fuorviante della gente portopalese che ha fatto dell'accoglienza uno dei suoi tratti caratteristici". E sull'eventualità delineata nella proposta di legge "Bevilacqua", presente al Senato, per la costruzione di un monumento che ricordi tutti i morti nel Mediterraneo? "E' la cosa più opportuna».

Sergio Taccone
Fonte: LaSicilia.it il 27-12-2003 - Categoria: Cronaca

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