PACHINO - La cinquantunesima nomina ad assessore del comune di Pachino segna certamente un record negli annali della città, difficilmente equiparabile anche a livello nazionale. I numeri, con la freddezza matematica riescono forse ad esprimere meglio cosa questo significhi. Pachino conta quasi 22 mila abitanti. Avere nominato 51 assessori significa che c'è stato un amministratore su 430 cittadini. Una proporzione che si assottiglia ulteriormente se si considera che i votanti normalmente in media sono 12 mila. Ciò significa un amministratore ogni 230 elettori. Considerando poi che i voti con cui il sindaco è stato eletto sono stati quasi sei mila, significa che il primo cittadino ha nominato un assessore ogni 110 elettori che gli hanno espresso la preferenza. La media si alza però se si tiene conto che alcuni assessori sono ritornati a sedere sulle poltrone di palazzo di città più volte, ma riassume contorni impressionanti se si tiene conto del numero dei rimpasti compiuti. Il record per la carriera più breve compiuta all'interno del palazzo municipale è conteso tra molti pretendenti.
A contenderselo sono Giliberto, nominato per sole 24 ore nel valzer che lo vide reintegrato per effetto della sentenza del Tar a cui aveva fatto ricorso, ed il suo diretto successore, l'assessore Angela Beninato. Non può essere trascurato neanche Sebastiano Mallia nominato con determina ma che non accettò l'incarico e Sebastiano Mandalà. Il cinquantunesimo cambio in giunta non ha sorpreso proprio nessuno degli esponenti politici pachinesi. I mutamenti non sorprendono coloro che seguono la politica pachinese. La critica più dura è pervenuta dal circolo "Iris Versari" di Rifondazione comunista che ha diffuso un volantino a firma del segretario Totò Caccamo che ha anche annunciato l'affissione di un pubblico manifesto e l'avvio di una mozione di sfiducia popolare nei confronti di Barone. "Pachino, -ha affermato il segretario di Rifondazione- affonda nella crisi economica, dove tutte le attività produttive soffrono e dopo i seri problemi dei serricoltori ora tocca ai viticultori. Pachino affonda nella pessima gestione dei servizi. Il depuratore non funzione, -ha continuato Caccamo- i liquami vengono versati in mare, le fogne esplodono, l'acqua dei rubinetti non sempre è potabile. Pachino affonda nell'incapacità politico-amministrativa con la spartizione di cariche ed incarichi e la nomina di nuovi assessori tra i quali anche dipendenti comunali. Via il sindaco Barone, -conclude Caccamo- e via tutta la sua giunta". Ma il centrosinistra non sembra compatto nel no a Barone.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 04-09-2005 - Categoria:
Politica
La canzone dell'amore perduto «
Ricordi sbocciavan le viole,
con le nostre parole
"Non ci lasceremo mai, mai e poi mai",
vorrei dirti ora le stesse cose
ma come fan presto, amore, ad appassire le rose
così per noi
l'amore che strappa i capelli è perduto ormai,
non resta che qualche svogliata carezza
e un po' di tenerezza.
E quando ti troverai in mano
quei fiori appassiti al sole
di un aprile ormai lontano,
li rimpiangerai
ma sarà la prima che incontri per strada
che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato,
per un amore nuovo.
E sarà la prima che incontri per strada
che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato,
per un amore nuovo.
Di Fabrizio De Andrè.
TOTO'
Con meno di duecento voti, la Rifondazione ecumenista banale, con driver ,on the road, Totò Le Mocò( ma non si chiama Salvatore?) vuole introdurre un elemento altamente rivoluzionario ( peti-popolari) con il quale vorrebbe, risvegliare la stagnante linea della poco amalgamata “opposizione”.
Popolata, per tre quarti, da elementi che sono passati dalla maggioranza all’opposizione, è dunque non trovano nessuna “sensata” coesione d’amalgama(e penso all’ex presidente del Catania Calcio, Sig. Massimino).
Mentre i rivoluzionari con la erre moscia, fatta, per lo più, da ex socialisti sindacalisti, che sulla via di San Fratello,(in quella di Damasco c’è già San Pietro) sono diventati, ironia della sorte, comunisti quando praticamente il comunismo è morto e sepolto da diversi illustri lustri.
La sua alleanza strategica con la pizza alla Margherita alla siciliana( gli ingredienti sono diversi da quella italiana) e il suo personale dialogo costruttivo(!) con big storici locali del calibro di San Michelangelo Blandozzi, demo-cristiano di lungo corso, e (s- coordinatore locale dell’Ulivo) tenutario del Partito di Rutello,quelo, a Pachino, che gli ha promesso, in tempi non sospetti) una dieta a base di Cicoria personalizzata: li vede protagonisti in una inedita edizione da manuale,(stagione di caccia),tutto sommato, contro l'ultimo dei dinosauri ancora vivente e piangente per il rimborso del gettone telefonico,(quando si telefona da solo per annunciare che è in riunione con giunta).
L'abbraccio, si fa per dire, con Rino-ceronte,(ma è simpatico),ovvero, Calo-rifero-gero fisherello Piscitello, lo smarca, definitivamente(?) dai vari, Gianni&Pippo e dalle sue falangi, assottigliate, del UDC siciliano cotti e macerati al limone nella plaga della piana catanese e delle pendici dell'Etna, mentre potrebbero rientrare dalla finestra con una intesa, sotto canestro, con l'MPA di Giliberto, luogotenente e ufficiale di collegamento con il super Big europeo Turis Longobardo.
Il tutto, inconsapevolmente, porterà Toto Modo, com'è suo carattere, a rimanere muto e sordo alle vibranti proteste dei vari rivoluzionari locali, ragazzetti sbarbatelli che si sentono rivoluzionari solo per avere partecipato a Genova alla manifestazione del G8, di cui alcuni, per aver superato la venerabile soglia dei 33 anni, si sono dati al Buddismo mediatico e trascendentale: pur di assaporare, mentre sogna l'assessorato al turismo e commercio, il contato ergonomico e l'indicibile gusto, alla vaniglia, della poltrona snodabile “multiservice”.
La prima eclatante azione che compirà, su suo stesso intendimento, che mi ha confessato nel nostro ultimo tenerissimo colloquio: è, che per decoro urbano della centrale Piazza, e non pizza, toglierà immediatamente, seduta stante, su due piedi praticamente, : scale, bidoni, e cianfrusaglie varie che popolano, 365 giorni l'anno, tolte le domeniche, il marciapiede e il fronte del palazzo di cui siamo comproprietari.
Grazie Totò, ma meglio San Salvatore....della patria, onestà!
Saluti e baci, Spiros