"Il Sindaco e gli assessori"
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Tu chiamale se vuoi: metafore......(?)
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Anno 1966, una serata di Giugno.
I fanali della macchina illuminavano la polverosa trazzera, in quella notte senza luna.
Dove i tronchi d'agave, posti ai lati, altissimi: sembravano "Cristi" in agonia ed in processione.
La percorrevamo veloci per incrociare un coniglio, da "allucciare".
Ed improvvisamente, come d'incanto, dopo una serie di sussulti, alquanto strani: si spegne il motore.
E la macchina, dopo aver percorso una ventina di metri, si fermò sbuffante!
Ci guardammo, in viso, stupiti!
Silenzio d'intorno. Improvviso, totale, quasi ancestrale.
Poi, rasserenati dall' improvviso passaggio dal frastuono del motore, all'improvviso silenzio, piano, piano ci arrivava alle orecchie il suono dolce del frignare quieto e gentile delle cicale.
Scendemmo, allora, dalla Topolino. I fari erano rimasti accesi.
Corrado Asta, pilota provetto, e primo fratello acquisito: suggerì di spegnerle, per non intaccare la batteria.
Era di giugno, e le uniche luci, oltre alla volta celeste punteggiata da milioni di stelle splendenti: si vedevano i bagliori soffusi e a forma di ventaglio rovesciato, all'orizzonte,
del paese di Rosolini, verso Nord, e quelle di Pachino verso est.
Mentre da sud, ad intermittenza, arrivava il fascio di luce del faro di Cozzo Spadaro che, come una lama splendente, fendeva l'aria e illuminava le facciate delle case di Bonpalazzo, poste in altura.
Non eravamo molto distanti dalla nostra residenza estiva.
E sparse, sotto un' uliveto, radevano e pulsavano a mezz'aria, migliaia di lucciole.
L'area soffice e cristallina era intrisa da profumi di zagara che provenivano dal vicino giardino di Cipolluzzi, impiantato, qualche anno prima da quell' ecclettico mediatore di mio nonno Neria.
Dopo un rapido consulto: decidemmo di lasciare sul posto la sbuffante Topolino.
Era evidente che in quella situazione ombrosa, e senza alcun mezzo che potesse fare luce, era impossibile appurare quello che era successo alla macchinina.
E sconsolati, per la fine della caccia notturna, ci avviammo, mesti e rattristati,
verso le case di Bonpalazzo, di proprietà del Cavaliere Cesare Bruno di Belmonte.
E nel farlo si decise di tagliare il percorso di ritorno,per i campi e le restucce appena tagliate, per toglierci dalla strada.
La leggera umidità della sera aveva ammorbidito gli spunzoni che fuoriuscivano come spazzole dalla terra e attenuava l'impatto con le gambine scoperte di noi ragazzi in pantaloncini corti.
Poichè di giorno, quando si andava a spigolare, ma più spesso a giocare, gli spunzoni messi di traverso, si infilzavano nelle parti basse degli stinchi, provocando qualche fastidiosissima e bruciante ferita.
Improvvisamente, mentre in fila indiana percorrevamo l'ultimo tratto di un campo appena mietuto, dalla leggera curva della Tribunedda sulla provinciale arrivarono: prima un rombo possente dell'inequivocabile rumore del motore di una "Giulietta", e subito dopo una manciata di secondi, una fascio di luce che illumino, quasi a giorno, l'ampio campo restucciato.
Mio padre, che era in testa, con la sua doppietta appoggiata sulla spalla anteriore destra, e con la mano nell'impugnatura di legno, vide, improvvisi e velocissimi, arrivare due conigli, provenienti, dalla provinciale, che correvano in direzione trasversale, rispetto alla nostra direzione di marcia.
Fu un momento, un attimo irripetibile, abbassate le canne del fucile e presa al volo la mira, improvvisamente, provocandoci un sussulto per quell'evento inatteso: il frastuono inequivocabile di due fucilate secche e precise echeggiarono e riempirono l'aria del profumo della polvere da sparo.
Con il fucile ancora fumante, ma oramai scarico,mio padre si giro verso di noi, Saro,Andrea e Corrado,e Corrado Asta, che chiudeva la fila indiana, con un eloquente e candido sorriso!!
La cena a base di coniglio, adeguatamente frollato, per le sere seguenti, cucinato da mia madre Saveria: era, anche in quella occasione speciale, assicurata...
p.s.
Alla Topolino gli si era staccato, per le molte buche, lo spinterogeno!
Cordiali Saluti Spiros